Cronaca

Mafia. Colpita la rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro

La DIA ferma 22 persone a Trapani

Trapani, 19 aprile – Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è sempre più solo. La Direzione Investigativa Antimafia, unitamente a Polizia di Stato e Carabinieri, ha inflitto un durissimo colpo alla sua rete di fiancheggiatori, traendo in stato di fermo 22 persone. Si tratta di presunti aderenti alle cosche di Castelvetrano, Mazara e Partanna, nel Trapanese. Tutti i fermati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni.

La rete della quale si avvaleva il boss, era quella che si occupava dello smistamento dei cosiddetti ‘pizzini’, attraverso i quali Messina Denaro impartiva gli ordini ai suoi sodali. Le indagini hanno permesso di acclarare senza ombra di dubbio, la posizione verticistica di Messina Denaro nella mafia attiva a Trapani e provincia, al pari del cognato, reggente del mandamento di Castelvetrano.

Le intercettazioni telefoniche hanno giocato un ruolo fondamentale per il successo dell’operazione di Polizia ed hanno portato alla luce una sconcertante divinizzazione del boss, considerato dai suoi al pari di Padre Pio, un santo che fa miracoli. Inoltre, si è capito che la scelta degli ‘uomini d’onore’ di Messina Denaro, passa dai rapporti familiari.

Sempre a proposito di intercettazioni, raggelante quella relativa ad una conversazione tra due degli arrestati di oggi. Parlando del piccolo Giuseppe Di Matteo, il bambino che Totò Riina sciolse nell’acido perché figlio di un pentito, uno dei due intercettati commenta con l’altro: “Allora ha sciolto a quello nell’acido, non ha fatto bene? Ha fatto bene”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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