Politica

MANOVRA: BRUXELLES CONTRO ROMA. TRIA PROVA A RASSICURARE

Dombrovskis: "LʼItalia non rispetta le regole". Moscovici: "Deficit al 2,4% deviazione ampia". Juncker: "Rigidi con Roma". Salvini: "Basta minacce dall'UE"

Com’era ampiamente prevedibile, l’Unione Europea non è affatto soddisfatta della Manovra finanziaria che il Governo italiano intende mettere in atto. La giornata di ieri è stata caratterizzata da un continuo botta e risposta che inizialmente ha visto da una parte,  il Vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis insieme al Commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici e dall’altra, il Vicepremier italiano e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Tra i due contendenti, il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria a fare la parte del “pompiere” per spegnere le fiamme della polemica tra i due attori in causa. In serata, si sono aggiunti il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker e l’altro Vicepremier italiano, il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

A dare il via allo scontro, è stato Dombrovskis che, parlando della Manovra ha affermato:  “Aspettiamo la bozza della Legge di Stabilità”, però “a una prima vista”, i piani di bilancio italiani “non sembrano compatibili con le regole del Patto”.

A dare manforte a Dombrovskis sono arrivate le parole di Moscovici: “Per il momento quello che so è che il deficit del 2,4%, non solo per l’anno prossimo ma per tre anni, rappresenta una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni presi dall’Italia”.

Pressoché immediata la replica di Di Maio: “Stamattina a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato. Moscovici, che non è italiano, si è svegliato e ha pensato bene di fare una dichiarazione contro l’Italia, contro il Def italiano e creare tensione sui mercati”.  “Da domani – ha aggiunto il Vicepremier – continueremo a spiegare che il 2,4% non è una misura molto lontana da quella che facevano altri. Solo che se lo fa la Lega e il M5s non va bene”.

Moscovici non ha taciuto e a Di Maio ha risposto: “Cerchiamo di raffreddare la situazione, ho visto che Di Maio mi accusa di terrorismo o di terrorizzare i mercati: non ha senso. Il mio ruolo come commissario è fare in modo che le regole siano rispettate da tutti”. “Quello che può creare turbolenze – ha rimarcato il Commissario agli Affari economici – non sono le mie parole, ma quello a cui reagisco. Se l’unico modo per evitare turbolenze di mercato è quello di dire che le regole sono sbagliate, allora non avrebbe alcun senso. Evitiamo le escalation”.

In serata, è stato Juncker ad alzare nuovamente i toni di un attacco diretto all’Italia. Il presidente della Commissione UE ha detto chiaramente che occorre “evitare che l’Italia reclami trattamenti speciali che, se concessi a tutti, significherebbero la fine dell’euro”. “Non vorrei – ha aggiunto Juncker – che dopo aver superato la crisi greca, ricadessimo nella stessa crisi con l’Italia”.

Alle parole di Juncker ha replicato rovente il Vicepremier, Matteo Salvini: “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Basta minacce e insulti dall’Europa, l’Italia è un Paese sovrano”.

Il Ministro Tria, dal Lussemburgo dove ieri si trovava per partecipare ai lavori dell’Eurogruppo, aveva provato a porsi in maniera tale da far abbassare i toni: “Cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”. Il Ministro ha poi voluto garantire che  “il debito-Pil scenderà nel 2019”.

Certo è che le posizioni europee non avevano lasciato del tutto indifferente Tria. Il Ministro infatti, non parteciperà all’Ecofin che si tiene oggi, lasciando a rappresentare l’Italia il Direttore Generale del Tesoro Alessandro Rivera. Pare che il motivo del rientro anticipato di Tria a Roma, sia dato dal fatto che vuole ultimare la stesura della Nota di aggiornamento al DEF, in maniera tale da poterla inviare alle Camere. “Sono abbastanza occupato in questo periodo”, ha affermato il Ministro. “Non c’è altra ragione, il DEF deve uscire e la Legge di Bilancio è da preparare, è un lavoro abbastanza impegnativo”.

Parlando della Manovra, Tria aveva spiegato che il 2,4% “è un numero che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee, ma fa parte della normale dinamica europea: se andate a vedere il numero di Paesi che sono in regola con tutte le regole europee sono pochissimi. Non significa che non bisogna cercare di rispettarle, ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”. Il Ministro aveva poi aggiunto: “Il problema è la qualità della Manovra, e questa Manovra è di crescita: se vinciamo la scommessa della crescita tutto va bene, sennò cambieremo Manovra come sempre bisogna fare”.

Tria sarà presente al vertice di Governo con Di Maio e l’altro Vicepremier, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Al centro della riunione, il piano di investimenti che l’Esecutivo intenderebbe varare in relazione alla Manovra.

In tutto questo, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto chiarezza sulla posizione della Presidenza del Consiglio circa la Manovra. “Siamo noi stessi ad avere tutto l’interesse a cercare il dialogo e il confronto con le istituzioni europee, senza pregiudizi, convinti della bontà delle nostre ragioni. Dall’Unione Europea ci attendiamo lo stesso atteggiamento scevro da pregiudizi”. ” Il governo è determinato ad andare avanti nella direzione” della Manovra per come è stata strutturata.

Nella tarda mattinata di ieri, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, era salito al Colle per un colloquio informale con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il premier, a margine del colloquio  con Mattarella ha dichiarato: “Ho avuto un incontro, come ne ho regolarmente, con il Presidente della Repubblica per un aggiornamento sui contenuti della Manovra economica e sul decreto immigrazione e sicurezza. Si è trattato di un proficuo scambio svoltosi in un clima sereno e costruttivo”. Successivamente, fonti governative hanno ragguagliato sul fatto che Conte ha rimarcato a Mattarella gli aspetti positivi della Manovra e che il DEF non è oggetto di discussione per come è strutturato, cosa che vale anche per i rapporto deficit-PIL al 2,4%.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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