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MANOVRA, CONTE IN SENATO: “NESSUN CEDIMENTO”

Roma, 19 dicembre – Il presidente del Consiglio ha riferito oggi al Senato, i contenuti dell’accordo tra l’Italia e la Commissione Europea sulla Manovra. Un intervento tutt’altro che sereno, considerando che Conte ha avuto problemi sia tecnici che politici: prima il microfono che non funzionava, impedendo che le sue parole fossero ascoltate dai senatori; poi le contestazioni a più riprese, partite dai banchi delle opposizioni.

Insieme al premier, in Aula erano presenti tra gli altri, il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria e quello degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Assenti i due Vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

“Desidero esprimere un sentito ringraziamento a tutti voi, di maggioranza e di opposizione, per la comprensione di questi giorni durante i quali l’iter della Manovra ha proceduto con lentezza scontando ritardo con tempi previsti – ha detto il premier -. Rinvii non causati da incertezze interne al Governo: il rallentamento è stata l’inevitabile compressione a causa complessa interlocuzione con l’Ue alla quale abbiamo dedicato le nostre più risolute energie e impegno. Quando il 21 novembre la Commissione ha formalizzato le sue riserve mi sono assunto l’onere e la responsabilità di riannodare il dialogo affinché non fosse compromesso il processo riformatore avviato da questo Governo”.

Conte ha garantito che Reddito di Cittadinanza e ‘Quota 100’ partiranno nei tempi previsti, ovvero da fine marzo. “La stima economico finanziaria delle misure che avevano maggiormente attirato l’attenzione dei nostri interlocutori europei, che ha richiesto tempo, ha rilevato che le risorse sono inferiori a quelle previste. Ciò ha permesso di ridurre il disavanzo dal 2,4% a circa il 2,04% senza modificare né i contenuti, né la platea, né i tempi di realizzazione delle due misure”, ha detto il premier.

“Nella lettera alla Commissione Europea, oltre a nuove quantificazioni, ho rilevato che le modifiche dovranno tenere conto dell’evoluzione del quadro macroeconomico e del suo peggioramento dovuto al rallentamento in particolare del commercio internazionale. Il rallentamento del ciclo porta il PIL all’1% per l’anno prossimo, una variazione che si ripercuote, per alcuni versi anche positivamente, sui saldi di bilancio e sul saldo strutturale”, ha spiegato Conte.

Il presidente del Consiglio ha poi enunciato alcune delle misure contenute nella Manovra: un’imposta sui diritti digitali e che superino determinate soglie; sarà inoltre “incrementato il prelievo nel settore dei giochi”. Conte ha garantito che il controllo dell’impatto della Manovra sui conti pubblici, sarà fatto  “in maniera rigorosa”.

“Allo scopo di assicurare il conseguimento degli obiettivi programmatici di Bilancio, il Governo ha previsto una norma per l’accantonamento temporaneo di una parte di alcuni specifici stanziamenti per l’importo complessivo di due miliardi – ha proseguito Conte -. Le somme accantonate saranno rese disponibili nel caso in cui” il controllo dei conti garantirà gli gli obiettivi di Bilancio. “L’ammontare dei saldi ridefiniti è pari 10 miliardi e 254 milioni nel 2019, 12 miliardi e 242 milioni nel 2020, 15 miliardi e 997 milioni nel 2021”.

“Sono state previste misure di contenimento della spesa pensionistica che si sostanziano nel raffreddamento dello schema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici di più cospicuo importo – ha spiegato il premier -. Inoltre si interviene sulle pensioni d’oro con riduzione dei trattamenti più elevati, con la previsione di un contributo di solidarietà temporaneo e progressivo per scaglioni di reddito. Una misura di equità sociale”.

Entrerà anche “una rimodulazione delle disponibilità di cassa del fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale per 800 milioni di euro nel 2019: ci tengo a chiarire che questa programmazione non pregiudicherà i progetti già programmati né quelli nuovi”. “Su questo punto – ha aggiunto Conte – c’è l’impegno pieno di tutto l’Esecutivo e mio personale per intervenire in corso anno per risorse suppletive, se necessarie”.

“Per le amministrazioni centrali si prevede un rinvio della presa di servizio degli assunti al 15 novembre 2019, ma limitato alle assunzioni derivanti dal turn over ordinario degli anni precedenti”.

“Infine, c’è una rimodulazione con riduzione di 850 milioni di euro per il 2019, e un incremento progressivo per ciascun anno dal 2020 al 2024 di 150 milioni e per il 2025 di 100, della quota nazionale per il finanziamento delle politiche comunitarie”.

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Redazione La Voce

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