Politica

Manovra, l’Austria all’Italia: “Senza modifiche, pronte le sanzioni”

L'Unione Europea ancora non commenta ufficialmente la lettera inviata dal Governo ma il malumore serpeggia tra i Paesi membri

Roma, 14 novembre – Durissimo il commento del Ministro delle Finanze austriaco Hartwig Loeger, sulla Manovra italiana. Secondo quanto afferma ‘Bloomber’, Loeger ha affermato che i messaggi populisti dell’Esecutivo italiano stanno “tenendo in ostaggio il suo stesso popolo”. Il Ministro ha preannunciato che se l’Italia non si adeguerà a compromessi con la Commissione Europea, l’Austria sosterrà la procedura di infrazione che l’UE potrebbe applicare nei confronti del Paese. “Contrariamente a quanto sostiene il mio collega – ha detto ancora Loeger riferendosi al Ministro dell’Economia, Tria – non si tratta di un affare italiano interno, ma di un affare europeo”.

Se l’Austria parla, gli altri Paesi membri non tacciono.  Il Ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra, commentando la lettera dell’Italia alla Commissione UE, ha affermato: “Poco sorprendente ma molto deludente che l’Italia non abbia rivisto il suo piano di bilancio. Le finanze pubbliche italiane sono sbilanciate ed i piani del governo non porteranno ad una robusta crescita economica”. “Questo budget – ha aggiunto – è una violazione del Patto di stabilità e crescita. Sono profondamente preoccupato. Ora sta alla Commissione europea fare i passi successivi”.

Non meno duro  il vicepresidente della Commissione europea per il mercato digitale, Andrus Ansip. “Quando si è nella famiglia dell’eurozona, bisogna rispettare regole che noi stessi ci siamo dati”, ha affermato Ansip aggiungendo: “Fare debito con i soldi dei contribuenti non è un’idea intelligente. In Italia c’è un governo intelligente e spero che saranno in grado di trovare buone soluzioni”.

Al momento non ci sono commenti ufficiali da parte dell’Unione Europea circa la lettera inviata da Roma. E’ verosimile che intendano procedere con un’approfondita analisi del documento, per poi esprimersi il 21 novembre prossimo, unitamente alle valutazioni sugli altri Paesi membri.

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Redazione La Voce

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