Politica

MATTARELLA ASSUME IL DIFENSORE CIVICO DEGLI ITALIANI

Il Capo dello Stato sceglie Conte, uomo dal dubbio curriculum ed amico di questa Europa

Ad 80 giorni dal voto, la montagna partorì non il topolino ma un signore sconosciuto ai più, se non al popolo pentastellato che lo ha preso in adozione, dopo che il suddetto aveva preso le distanze dalla Sinistra dove forse, non aveva trovato spazi e credibilità pubblica.

Fu così che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, cedette ed affidò l’incarico per formare un governo a tal Dott. Prof. Giuseppe Conte, forgiato a Sinistra ma con il cuore spostato al grillismo. L’illustre incognito a molte università internazionali, nonostante egli sventoli frequentazioni nelle stesse che ignorano chi sia, oltre che essere tale alla stragrande maggioranza degli italiani, in mezzo a questo imbarazzante marasma ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo che dovrà rappresentare l’Italia e gli italiani nel Paese e nel mondo.

Si è autodefinito “avvocato del popolo italiano”. Parliamo forse della stessa persona che ha difeso una terapia quale il metodo Stamina, posta fuorilegge e costata la vita ad una bimba alla fine dell’anno scorso? C’è di che raggelare.

Vuole confermare la collocazione dell’Italia in Europa. Di quale Europa parla?! Di quella che ha trattato l’Italia come uno staterello di poco peso, suddito dei Paesi che a Bruxelles veramente contano?! Se non fosse per il fatto che questa Europa ama ficcanasare in ogni aspetto della vita italiana, pretendendo di normarla come se la conoscenze nelle sue dinamiche e nei suoi problemi, molti causati da questa Europa, ci sarebbe da ridere.

Ora, a Bruxelles fingono di tremare ma in Italia, si trema sul serio. A Bruxelles possono stare tranquilli: sono cambiate le facce ma i maggiordomi restano gli stessi. Che l’euro sia stata una scelta sciagurata per com’è ora, non è mistero per nessuno, ma tentare di uscirne adesso comporterebbe per l’Italia conseguenze devastanti, Ciononostante, si guarda a Paolo Savona come Ministro all’Economia,: anti-euro per antonomasia e sodale di quella Lega che, oggi, non si capisce da che parte stia. Presto, qualora dovesse essere lui a guidare il prestigioso Dicastero, sarà ridotto a più miti consigli.

A ben guardare, la figura di Conte è l’ultimo dei problemi considerando che in questa strana democrazia che è quella italiana, un presidente del Consiglio non ha nemmeno il potere di dimissionare un Ministro. Sono per l’appunto i Ministri, quelli che in teoria dovrebbero contare davvero e dei quali all’oggi, di questo eventuale governo giallo-verde, non se ne conoscono i nomi se non per fantasiose supposizioni. Chi vivrà, vedrà.

C’è di che sorridere nel vedere Conte spostarsi in taxi tra un appuntamento istituzionale e l’altro. Se così facendo, il messaggio che intende far passare è quello di essere uomo del popolo, come Fico che andava o forse va ancora a lavorare alla Camera in autobus, è un mezzuccio grillino al quale farebbe fatica a credere anche la mia nipotina di un anno e 6 mesi.

Quel che è certo, Conte non avrà vita facile. Forza Italia e Fratelli d’Italia, oltre al Partito Democratico, gli hanno garantito un’opposizione dura e oltranzista. Ciò significa “sorci verdi” da vedersi sin da quando si presenterà in Parlamento a chiedere la fiducia. E c’è da scommetterci che sarà solo l’inizio.

Spiace vedere il Segretario del Carroccio, Matteo Salvini, finito in questo ingranaggio dall’effimera durata. Se è politicamente acuto come ha sempre fatto pensare di sé, la prima cosa che dovrà fare sarà mettere mano alla legge elettorale: spendere tutte le energie sue e dei suoi per darne una al Paese, degna di essere definita tale. Il motivo è molto semplice: considerando che questo governo durerà poco, abbattuto dalla prima diaspora interna che ne minerà irrimediabilmente le fondamenta d’argilla, altro non si potrà fare che tornare al voto. Salvini dovrà liberarsi dall’abbraccio mortale di questi dilettanti allo sbaraglio e premere per il voto. Sarà l’unica soluzione possibile per recuperare credibilità all’interno della coalizione di Centrodestra che per una parte lo tratteggia come un traditore e per molti versi, anche quella del suo elettorato che oggi lo guarda con sospetto.

Nel frattempo, che Dio abbia pietà degli italiani, visto che il Colle non ne ha avuta alcuna. Non certo per cattiveria, quanto perché esausto da uno stato delle cose che avrebbe steso chiunque.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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