Economia

Medici: firmato il nuovo contratto dopo 10 anni di trattative

Miglioramenti economici per chi lavora di notte. Attenzione particolare ai giovani. L'accordo piace a tutti tranne a CIMO, ANPO, e FESMED

Roma, 24 luglio – Dopo una trattativa durata ben dieci anni, la scorsa notte, presso la sede dell’ARAN, l’Agenzia che negozia i rapporti nella Pubblica Amministrazione, è stato firmato il rinnovo del contratto di lavoro per medici e dirigenti del servizio sanitario nazionale. La cosa riguarda circa 130mila operatori del settore. Al rinnovo hanno aderito tutte le sigle sindacali ad unica eccezione per la federazione CIMO, ANPO, e FESMED.

Il Segretario FP CGIL Medici, Andrea Filippi, ha dichiarato: “L’ipotesi di rinnovo, relativa al triennio 2016-18 prevede un aumento medio pro capite di 200 euro al mese”. Filippi ritiene che siano stati raggiunti “risultati economici e normativi importanti, dopo anni di assenza contrattuale”. “sono state premiate le carriere gestionali e professionali ed è stato valorizzato finalmente il lavoro dei giovani neoassunti che prenderanno una retribuzione di posizione minima di 1.500 euro annui da subito. Un fatto storico mai accaduto prima. Così come lo è l’aver previsto la certezza di ottenere un incarico dopo 5 anni di servizio con una retribuzione che sale di duemila euro all’anno”.

Questo ma non solo: Filippi ha ricordato che sono stati ottenuti anche “fondamentali risultati anche per attenuare il forte disagio che i medici vivono nelle gravi carenze di organico. Per questo, sono state aumentate le indennità di guardia notturna da 50 a 100 euro, fino a 120 euro per chi lavora nei pronto soccorso”.

Tra le novità previste dall’accordo raggiunto, quella che un medico di età superiore ai 62 anni può chiedere di essere esentato dalle guardie. A questo si aggiunge l’istituzione di un organismo sindacale paritetico che avrà al centro il benessere dei lavoratori per quanto attiene, come detto da Filippi, i temi “di salute e sicurezza, a partire dal tema dell’emergenza aggressioni al personale sanitario”.

In buona sostanza, ha affermato in conclusione Filippi, “nonostante le poche risorse a disposizione, abbiamo aumentato le buste paga di tutti i dirigenti del servizio sanitario nazionale, valorizzato il lavoro dei giovani, premiato le carriere, aumentato la quota pensionabile, e retribuito il disagio di chi lavora la notte. Si valorizza così la dignità del lavoro pubblico e la centralità del servizio sanitario pubblico”.

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