Politica

PONTE DI GENOVA. TONINELLI DENUNCIA IN AULA PRESSIONI SULLA PUBBLICAZIONE DEI DOCUMENTI

Le opposizioni alla Camera gli urlano: "Fai i nomi!": è bagarre

Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, intervenendo ieri pomeriggio alla Camera in merito ai fatti del ponte Morandi crollato a Genova, ha scatenato una vera e propria bagarre con le opposizioni, quando ha parlato della pubblicazione dei documenti relativi ai contratti di concessione delle autostrade e denunciando pressioni.

“Nonostante le pressioni, interne ed esterne, che abbiamo subito, abbiamo messo a disposizione della collettività atti che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione, vedendosi sempre sbattere portoni in faccia”, ha affermato il Ministro.

Immediata la reazione di NcI, FI, e Pd che hanno esortato Toninelli a fare i nomi di chi avrebbe esercitato pressioni. Il parlamentare del Partito Democratico,  Andrea Orlando ha chiesto di trasferire “il resoconto del verbale dell’Aula” alla magistratura competente. Il presidente della Camera, Roberto Fico, nel tentativo di riportare l’ordine in Aula, ha ricordato che i “verbali sono pubblici” aggiungendo che “se ci saranno avvisi da parte della magistratura, li potrà richiedere tranquillamente”. A nulla è servito perché le opposizioni sono tornate sulla richiesta a Toninelli di fare i nomi.

Ettore Rosato, del Partito Democratico, si è rivolto a Fico affermando che “il ministro Toninelli ha detto cose gravissime. Dica i nomi di chi ha fatto pressioni nei confronti del governo commettendo un reato. Questa si chiama trasparenza”. Sulla stessa scia, Vittorio Sgarbi.

Dal web è giunta anche la reazione di Matteo Renzi che così ha commentato su Twitter le affermazioni di Toninelli. “Il ministro Toninelli ha detto in Aula cose enormi. Cose di cui probabilmente non capisce fino in fondo il significato. Quella di Genova non è una favoletta ma una tragedia. E la gestiscono come fossero al Bar dello Sport”.

Toninelli ha anche precisato che “Autostrade per l’Italia non ricostruirà il ponte”. “D’ora in avanti – ha aggiunto – tutti i concessionari, pubblici o privati che siano, saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione poiché l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico del Paese”.

Il Ministro poi non ha risparmiato un attacco ai governi precedenti, per quanto riguarda la concessione di Autostrade a vantaggio dei Benetton. “E’ giunto il momento di fare i nomi e i cognomi dei responsabili di questo gigantesco regalo della cosa pubblica ai privati: questo banchetto è iniziato sotto i governi di Prodi e D’Alema negli anni 90”. “Il 1999 – ha proseguito – è l’anno della privatizzazione delle autostrade costruite con soldi pubblici e già quasi interamente ripagate; erano gli anni in cui lo Stato avrebbe potuto incominciare a trarre utili per lo sviluppo del Paese, guadagni che sono stati trasferiti ai privati”. “Nel 2006-2007 è stata stipulata ancora sotto il Governo Prodi l’attuale convezione che regola i rapporti tra lo Stato e i concessionari. A conferma dell’affinità tra i governi di Centrosinistra e Centrodestra, che come Movimento Cinque Stelle abbiamo sempre denunciato, questa convenzione è stata poi blindata definitivamente addirittura con una legge dello Stato dal successivo Governo Berlusconi nel 2008. Così sono stati messi in cassaforte i privilegi dei concessionari privati. La continuita’ non si ferma a Prodi e Berlusconi, ma è proseguita fino ai Governi Renzi e Gentiloni”. ha detto ancora il Ministro.

“Dovete infatti sapere – ha proseguito Toninelli – che i concessionari non guadagnano solo dai pedaggi ma anche dai lavori sulle infrastrutture in gestione. Non mi stupisce, quindi, che nell’ultima legge di bilancio dello scorso dicembre sia stata inserita la norma scandalosa votata dal Partito democratico e dai suoi alleati con cui le concessionarie hanno ottenuto un ulteriore bottino: la quota di lavori che può essere effettuata direttamente dalle società che fanno capo al concessionario, senza essere affidati ad altre imprese, è passata dal venti al quaranta percento”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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