Scienza

Produrre immagini 3D dell’intero corpo umano? Ora è possibile grazie a EXPLORER

E' il primo scanner al mondo in grado di catturare in un’unica volta ed in soli 20-30 secondi, un’immagine 3D dell’intero corpo umano. Inoltre produce scansioni fino a 40 volte più veloci e di qualità nettamente superiore

Si chiama Explorer ed è il nome del primo scanner al mondo in grado di catturare in un’unica volta un’immagine 3D dell’intero corpo umano; figlio dell’ingegno degli scienziati Simon Cherry e Ramsey Badawi dell’Università della California a Davis (UC Davis), in collaborazione con United Imaging Healthcare (UIH) con sede a Shanghai. In realtà il progetto è partito ben tredici anni fa quando Badawi e Cherry avevano immaginato uno scanner per tutto il corpo: nel 2011, con una sovvenzione di 1,5 milioni di dollari dal National Cancer Institute, sono riusciti a mettere in piedi il progetto e farlo decollare.

Ma solo nel 2015 sono riusciti a collaborare con un partner commerciale e costruire il primo scanner EXPLORER. “Per anni ho immaginato come sarebbero state le immagini, ma niente si avvicinava agli incredibili dettagli che siamo riusciti a vedere nella prima scansione”, ha dichiarato Simon Cherry, eminente professore del Dipartimento di ingegneria biomedica della UC Davis. “Sebbene siano ancora necessarie diverse analisi accurate, possiamo già dire che EXPLORER grosso modo ci sta offrendo quello che avevamo promesso”.

Explorer è una vera rivoluzione per la scienza: acquisendo le radiazioni in modo molto più efficiente è in grado di produrre in pochi secondi un’immagine. Questo grazie alla combinazione di due tipi di immagini: quelle della tomografia a emissione di positroni (PET) e quelle della tomografia computerizzata a raggi X (CT). Una tecnologia che potrà avere innumerevoli applicazioni: dal miglioramento della diagnostica al monitoraggio della progressione della malattia fino alla ricerca di nuove terapie farmacologiche. Rispetto a tutti gli altri scanner, EXPLORER produce scansioni fino a 40 volte più veloci e di qualità nettamente superiore rispetto a quelle PET attualmente disponibili: in soli 20-30 secondi il dispositivo è in grado, infatti, di offrire una scansione diagnostica dell’intero corpo.

Inoltre, il macchinario può eseguire scansioni con una dose di radiazioni fino a 40 volte inferiore rispetto a una scansione PET attuale. Per la prima volta, uno scanner di immagini sarà in grado di valutare ciò che sta accadendo in tutti gli organi e tessuti del corpo contemporaneamente. “Il compromesso tra qualità dell’immagine, tempo di acquisizione e dose di radiazioni iniettate – ha spiegato Cherry – varierà in base alle diverse applicazioni, ma in tutti i casi possiamo eseguire scansioni migliori, più veloci o con una dose di radiazioni inferiore rispetto a quelle finora disponibili”.

Ramsey Badawi, direttore di medicina nucleare presso la UC Davis Health e vicepresidente per la ricerca presso il Dipartimento di Radiologia ha spiegato: “Il livello di dettaglio – ha detto – è stato sorprendente, soprattutto una volta che abbiamo ottimizzato meglio il metodo di ricostruzione. Grazie ad EXPLORER possiamo vedere caratteristiche che non si vedono nelle normali scansioni PET. E la sequenza dinamica che mostra il radiotracciante, un’iniezione di glucosio in una vena delle gambe, che si muove lungo il corpo visto in tre dimensioni è stata, francamente, strabiliante. Non c’è nessun altro dispositivo che possa ottenere dati come questi negli umani, quindi è davvero una novità”.

I due scienziati sperano di poter utilizzare EXPLORER a partire da giugno 2019: “Non penso che ci vorrà molto tempo prima di vedere un certo numero di macchinari EXPLORER in tutto il mondo – ha dichiarato Cherry – Ma è fondamentale dimostrare i benefici del macchinario, sia dal punto di vista clinico sia per quanto riguarda la ricerca. Per questo – ha quindi concluso – la nostra attenzione è ora volta a pianificare studi per dimostrare in che modo EXPLORER aiuterà i pazienti e contribuirà alla nostra conoscenza dell’intero corpo umano in termini di salute e malattia”.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."

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