Running: la fase di recupero e la corsa di recupero
Argomento estremamente importante e allo stesso tempo prezioso
Bentornati nella rubrica dedicata al running!
Nella settimana appena trascorsa, da più parti ho sentito rivolgermi la stessa domanda: “Antonio, grazie per tutti i tuoi consigli, le tabelle e le raccomandazioni, ma cercando di seguire il tuo programma per principianti, spesso mi sento stanco. Come mai? Cosa posso fare?”
È una domanda più che legittima; la verità è che mi sono lasciato prendere dalla smania di darvi più informazioni possibili perché per me la corsa rappresenta una parte determinante della mia giornata e poterla condividere con voi mi rende molto orgoglioso. Quindi…semplicemente mi sono perso nel vortice dell’entusiasmo.
Oggi, pertanto, affronteremo un argomento estremamente importante e allo stesso tempo prezioso, ossia la FASE DI RECUPERO (sento fino a qui i fuochi d’artificio per la vostra felicità).
Inizierò dandovi il consiglio che a suo tempo fu dato a me da un carissimo amico e runner esperto: “Ricorda sempre, correre meno per correre meglio.” Penso che condividere anche questa mia esperienza personale possa essere d’aiuto anche per voi, che avete già iniziato a seguire la tabella per principianti e che oramai dovreste aver quasi completato.
All’inizio della mia esperienza, mi ero posto l’obiettivo, dopo aver ultimato la prima tabella, di portare a termine in un’unica uscita una corsa di 10 km, chiudendola senza affanni, senza dolori e cercando di rimanere sotto l’ora di cronometro (vi assicuro che è tutt’altro che impossibile). Di conseguenza, programmavo almeno quattro uscite alla settimana con un tragitto complessivo di 40/45Km da percorrere; essendo però agli inizi e non avendo più io l’età di un ragazzino (ahimè…) mi ritrovavo ad avere più acciacchi e dolori di quanto mi aspettassi. Il motivo? Semplice: correvo male e riposavo troppo poco.
La fase di recupero è una parte fondamentale dell’allenamento e non deve essere saltata perché, se si vogliono migliorare la propria tecnica di corsa e le proprie prestazioni, è necessario trovare il giusto equilibrio tra allenamento e riposo.
Bisogna ricordarsi di inserire sempre dei giorni di riposo nella propria programmazione settimanale di allenamento; allo stesso tempo, però, non si deve dimenticare che per migliorare le prestazioni è necessario allenarsi in maniera costante, senza far passare troppo tempo tra un allenamento e l’altro. Riposare va bene, ma occorre ricordare che, più costanti sono gli allenamenti, più i benefici saranno duraturi nel tempo. Per questo motivo, il mio consiglio è di sperimentare anche un altro modo per recuperare, ossia la CORSA DI RECUPERO.
La corsa di recupero serve per sciogliere la muscolatura, aumentare la circolazione e migliorare l’ossigenazione dei tessuti. Come metterla in atto? È semplicissimo; basta correre ad un ritmo molto basso, respirando solo con il naso e tenendo la bocca chiusa, senza andare in affanno. Con questo ritmo si può provare a correre su superifici mordibe e possibilmente pianeggianti.
È indispensabile non farsi prendere dalla foga, perché dopo un paio di chilometri l’errore più comune è quello di aumentare il ritmo, per noia oppure perché ci si sente poco stanchi. Questo non deve accadere, altrimenti l’uscita di recupero diventa un nuovo allenamento e siamo punto e a capo.
La prossima settimana parleremo di musica associata alla corsa e della condivisione degli allenamenti con altre persone.
Non mi resta che salutarvi e, come sempre, augurare buona corsa a tutti.
Antonio De Vito