Sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale: sono questi i reati che la Procura di Agrigento contesta al Ministro degli Interni e Vicepremier, Matteo Salvini ed al Capo di Gabinetto del Viminale, entrambi iscritti nel Registro degli indagati. Il provvedimento giudiziario, a seguito del caso ‘Diciotti’, è stato emesso “al termine dell’attività istruttoria compiuta a Roma”. Gli atti relativi sono già stati inviati alla Procura di Palermo che li inoltrerà al Tribunale dei Ministri del Capoluogo.
Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, nella giornata di ieri aveva sottoposto ad un interrogatorio durato oltre tre ore, due funzionari del Ministero degli Interni a Roma. Al termine degli interrogatori, Patronaggio aveva lasciato la sede ministeriale senza rilasciare alcuna dichiarazione. Trascorse poche ore, la notizia dell’iscrizione nel Registro degli indagati per Salvini ed il funzionario del Ministero.
Salvini, raggiunto dalla notizia mentre si trovava ad una festa della Lega a Pinzolo, dal palco ha dichiarato: “Indagano un ministro che difende i confini del Paese. E’ una vergogna” ma “non ci fermeranno”, ha affermato il Ministro aggiungendo: “Cosa porti a casa? Che ti indagano. Aspetto con il sorriso il procuratore di Agrigento, voglio spiegargli le mie ragioni. Aspetto un procuratore che indaghi i trafficanti e chi favoreggia l’immigrazione clandestina. Gli ricordo che gli scafisti comprano armi e droga che poi viene spacciata magari fuori dalle scuole dei nostri figli”. Ed ancora, ha invitato le ” migliaia di giudici per bene e i magistrati che fanno il loro dovere” a “buttare fuori le correnti dalle aule. E se qualcuno vuole fare politica per il Pd si candidi”.
Antonio Marino
