Politica

SALVINI-SPATARO: VOLANO GLI STRACCI

Il Ministro twitta ringraziamenti alla Polizia con un'operazione in corso. Il Procuratore: "Compromette le indagini". Salvini: "Faccia il pensionato"

Per far andare su tutte le furie il Procuratore Capo di Torino, Armando Spataro, ce ne vuole. Eppure, il Vicepremier e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ieri ci è riuscito. Ne è nato un botta e risposta senza precedenti per contenuti, nella storia dei rapporti tra apparati dello Stato.

Partiamo dalle origini. Com’è noto, nella notte tra lunedì 3 e martedì 4 dicembre, un blitz dei Carabinieri di Palermo ha permesso l’arresto del nuovo capo della Cupola mafiosa e di 48 suoi sodali. In contemporanea, a Torino, si stava svolgendo un’altra operazione che ha permesso l’arresto di alcuni esponenti della mafia nigeriana.

La prima notizia era giunta di buon’ora agli organi di stampa: segno che l’operazione si era formalmente conclusa; dell’altra invece, non se ne avevano notizie finché il Ministro dell’Interno non ha pensato di scrivere un tweet di ringraziamento alle Forze dell’Ordine per l’arresto del capomafia e dei suoi sodali. Già che si trovava, nello stesso post ha parlato anche del blitz di Torino che invece, quando Salvini ha reso noto il fatto, era ancora in corso.

Salvini aveva scritto: “49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni, sono stati arrestati poche ore fa dai carabinieri in provincia di Palermo. Le buone notizie non finiscono qui. Altri 15 mafiosi nigeriani sono stati arrestati a Torino dalla Polizia, che poi ha ammanettato altri 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano. Grazie alle forze dell’ordine! La giornata comincia bene!”.

Non ci vuole chissà quale elevata preparazione per capire che se si diffonde un’informazione di questo tipo quando l’operazione è ancora in corso, il rischio è di mandarla all’aria e di esporre le Forze dell’Ordine a pericolose contromosse da parte dei criminali. Si parla di mafia nigeriana, non di quattro rubagalline.

Ovviamente, il Procuratore Capo Spataro ha diffuso un comunicato stampa nel quale ha pesantemente e giustamente redarguito il Ministro, invitandolo ad informarsi  “sulla tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso”.

“All’inizio della mattinata odierna – recita il comunicato stampa della Procura torinese – il Ministro dell’Interno ha diffuso un tweet in cui, facendo seguito ad altro precedente, afferma: “non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia”, facendo seguire riferimenti ad arresti avvenuti altrove.

In relazione ai soli fatti di Torino, il Procuratore della Repubblica osserva che, al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione

  • è intervenuta mentre l’operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa;
  • la polizia giudiziaria non ha fermato “15 mafiosi nigeriani”, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della DDA di questo Ufficio, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.;
  • coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono ancora stati arrestati sono ancora in corso.

La diffusione della notizia contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione delle notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato.

Ci si augura  che in  futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie.

Allo stato non si ritiene di poter fornire altre informazioni sulle indagini in corso”.

Che mazzata, direbbe chiunque venisse bacchettato in questo modo. Il passo successivo sarebbe quello di emettere un comunicato, quanto meno per scusarsi dell’eccesso di entusiasmo e la cosa, verosimilmente, si chiuderebbe lì.

Ma Salvini, no: il Ministro ha voluto buttare benzina su un fuoco già abbastanza alto ed ha replicato sempre su Twiitter: “Basta parole a sproposito. E’ inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato”.

Non pago, il Vicepremier ha aggiunto altro nel corso di una diretta Facebook. “Spataro sbaglia nei modi e nei tempi. Nessuno si permetta di dire che il ministro mette a rischio un’operazione di Polizia. Gli attacchi politici e gratuiti lasciamoli fare ai politici che si candidano alle elezioni”. “Se il capo della polizia mi scrive alle 7:22 – ha detto ancora Salvini -, informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle Forze dell’Ordine”.

E’ uno scherzo?! Se dovesse essere uno scherzo, vi prego di informare gli organi di stampa. Quindi, ci troviamo nella situazione in cui il Ministro dell’Interno si rivolge al Procuratore Capo di Torino, invitandolo a proseguire i suoi giorni futuri al parco, dando da mangiare ai piccioni oppure andando per cantieri a guardare gli operai che lavorano?!

Ma Salvini sa chi è Armando Spataro? Ne conosce, anche per sommi capi, la storia professionale? Se così non fosse, si documenti e si renderà conto che questo eccellente servitore dello Stato, tutto merita tranne l’invito ad andare in pensione. Casomai, eterna gratitudine per il lavoro svolto, anche a rischio della sua stessa vita.

Recita ‘Wikipedia’ su Spataro: è un magistrato italiano, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ex procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Milano, coordinatore del Gruppo specializzato nel settore dell’antiterrorismo”. Ed ancora: “si è occupato di criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti ed è chiamato a partecipare alla Direzione distrettuale antimafia dal 1991 (anno della costituzione) al 1998, occupandosi soprattutto di indagini su’ndrangheta e mafia siciliana”. A questo si aggiunge che “nel luglio del 1998 è stato eletto componente del Consiglio superiore della magistratura. Per questo si trasferisce a Roma fino alla scadenza del mandato (luglio 2002) quando ritorna alla Procura di Milano con funzioni di procuratore della Repubblica aggiunto coordinando dal giugno 2003 il Dipartimento terrorismo ed eversione responsabile di indagini su terrorismo interno ed internazionale (in particolare di quello di matrice islamica, tra cui quelli sull’imam egiziano Abu Omar e su Mohammed Daki”.

Ecco chi è Armando Spataro. Se poi, il problema di Salvini dovesse essere il fatto che Spataro è un uomo di Sinistra, non resta che invitarlo ad essere meno cieco e più obiettivo. Anche Giovanni Falcone era di Sinistra ma questo non significa che il Paese, trasversalmente, non ne debba onorare la memoria. Contano gli uomini e non le loro scelte politiche. Potrei stendere a Salvini un infinito elenco di uomini appartenenti al Centrodestra dei quali bisognerebbe solo vergognarsi; personaggi che hanno rubato i soldi dello Stato e quindi, degli italiani con “strani giochetti” esercitati nell’ambito di rimborsi elettorali.

A tutela del buon nome di Spataro è scesa in campo la rappresentanza dei consiglieri di Area del CSM che hanno chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli di intervenire nella vicenda con l’apertura di una pratica che difenda il Procuratore Capo di Torino, accusando Salvini di aver impiegato “toni da dileggio” ed “espressioni sgradevoli e delegittimanti” verso il magistrato; toni che hanno riguardato anche il ruolo istituzionale che ricopre.

Forse, l’attività social del Ministro Salvini, negli ultimi tempi gli sta sfuggendo un po’ di mano e la cosa comincia a creare malumori anche all’interno dei suo stesso elettorato. Non è raro negli ultimi tempi, imbattersi in elettori leghisti che criticano un certo eccesso nei post del Vicepremier.

Ministro, sbagliare è umano ma perseverare nell’errore, specie in politica, può costare caro nel segreto dell’urna! Fa ancora in tempo a cambiare rotta, sempre che lo voglia.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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