Politica

URBANI ASFALTA BERLUSCONI SULLE EUROPEE: “SARA’ UN INSUCCESSO TOTALE”

L'ex Ministro della Cultura: "Un’operazione che non ha alcun senso politico. Gli italiani non gli credono più"

Lui, Silvio Berlusconi lo conosce molto bene e da parecchi anni: c’era nel 1994, quando Forza Italia mosse i suoi primi passi nella politica nazionale, essendone uno dei fondatori. Fu lui a stendere il programma elettorale e dare al Movimento quella linea liberale che, almeno in teoria, lo ha contraddistinto per 25 anni. E’ stato anche Ministro della Cultura sino al 2005, quando cedette il testimone a Rocco Buttiglione. Lui è Giuliano Urbani, politologo e docente universitario di chiara fama.

In un’intervista rilasciata a ‘Il Fatto Quotidiano’, Urbani ha parlato della candidatura dell’ex premier alle prossime elezioni europee. Quanto ha affermato non promette nulla di buono per il leader azzurro.

“Un’operazione che non ha alcun senso politico – ha detto l’ex Ministro -. La sua ridiscesa in campo sarà un insuccesso totale. Gli italiani non gli credono più”, ha sentenziato Urbani.

Il politologo ritiene che la nuova discesa in campo di Berlusconi sia data dalle stesse motivazioni del 1994: la difesa delle sue aziende dal pericolo comunista, è vero, ma anche l’illusione di poter fare quella rivoluzione liberale mai avvenuta. “Poi, purtroppo – spiega Urbani -, col tempo ha prevalso l’interesse personale su quello collettivo. Come molti imprenditori, Berlusconi era liberale nel senso che voleva essere libero di fare come gli pareva. Gli imprenditori, diceva Luigi Einaudi, hanno una visione mefistofelica del liberalismo”. Tuttavia, l’accademico non imputa tutte le colpe a Berlusconi per la mancata rivoluzione liberale: “Nel Centrodestra s’imbarcarono personaggi che non avevano nulla a che fare con quelle idee: Fini, Bossi, Casini”.

Urbani ha sottolineato “due errori clamorosi” di Berlusconi: “Non si adoperò mai per una legge elettorale umana, in senso maggioritario, come il doppio turno di collegio. Poi, nonostante la lotta politica con la sinistra, avrebbe dovuto costruire dei ponti con alcuni suoi leader per avviare un dialogo sulle riforme che poteva essere decisivo”.

Sul fatto che Berlusconi non abbia mai voluto avere un erede politico, Urbani spiega: “Lui vuole comandare in totale solitudine. E si è circondato solo di yesmen. In realtà Berlusconi detesta la politica: la vita di partito, la competizione sul territorio, la gestione delle alleanze, sono cose che lo annoiano moltissimo. Per questo Forza Italia è una creatura a sua immagine e somiglianza che finirà con lui”.

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Redazione La Voce

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