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Virus cinese: cresce l’allarme anche in Europa

In Cina quasi 300 casi e 6 morti. Pare siano stati colpiti anche un turista australiano, un inglese ed un americano. I consigli dell'Istituto Superiore della Sanità

Il misterioso virus cinese partito da Wuhan, che sta mietendo vittime nel Paese asiatico con oltre 400 contagi e 9 morti, sta generando preoccupazione anche nel resto del mondo. Pare che un australiano, dopo un viaggio nella città cinese considerata il punto principale del focolaio, abbia sintomi riconducibili al virus molto simile alla SARS. Attualmente, il contagiato è stato messo in isolamento ma non ha avuto bisogno del ricovero in ospedale.

A contrarre il coronavirus potrebbe essere stato anche un cittadino inglese che adesso lotta per la vita in Thailandia: lo riferisce il quotidiano britannico ‘The Sun’. Il contagiato, un 32enne, è ricoverato in un ospedale di Phuket e, stando a quanto affermato dal giornale, risulterebbe colpito da “un virus simile a quello della polmonite ha infettato entrambi i polmoni mentre si trovava sull’isola di Koh Phi Phi”.

L’Istituto Superiore della Sanità, considerata la grave situazione, ha ritenuto opportuno fornire alcuni consigli. A parlare è stato il responsabile delle malattie infettive Giovani Rezza: “Dobbiamo evitare che il nuovo virus cinese arrivi da noi”. “”Sono da evitare locali sovraffollati e bisogna lavarsi spesso le mani. Potrebbe essere considerato anche l’uso di mascherina. Ovviamente mi riferisco a chi va in quelle zone, perché da noi al momento non c`è alcun problema, niente da temere”.

Rezza ha sottolineato che il coronavirus somiglia molto a quello della SARS, in ragione di un patrimonio genetico pari all’80-90%. I coronavirus, ha spiegato Rezza, sono “una famiglia di agenti patogeni che si trovano comunemente nel mondo animale. Ne conosciamo anche due o tre umani che non sono pericolosi, di solito provocano giusto un raffreddore. Solo in alcuni casi c`è il passaggio dall’animale all`uomo”. “Per prendere la malattia da un animale – ha aggiunto l’esperto – ci vuole un contatto diretto, non a caso ad ammalarsi sono stati i frequentatori di un mercato di esemplari vivi. Tra uomini, virus del genere passano attraverso la saliva che finisce nelle mucose di un’altra persona. Insomma, ci vuole un contatto molto stretto. E infatti si vedono contagi da coronavirus all’interno dei nuclei familiari e negli ospedali quando gli operatori sanitari non prendono le giuste precauzioni”.

“Se i dati confermassero un’estensione del focolaio del nuovo coronavirus non si escludono misure più importanti a livello internazionale, che potrebbero esser prese dall’Organizzazione mondiale della Sanità: dai controlli più serrati negli aeroporti allo sconsigliare spostamenti, fino alle restrizioni dei viaggi, chiaramente non da tutta la Cina ma solo dalla città di Wuhan”, ha detto ancora Rezza.

In Cina, nel frattempo, sono state elevate le misure di controllo ma gli epidemiologi sono cauti circa lo stabilire la natura e le capacità di trasmissione del virus. Si sono verificati casi di trasmissione uomo-uomo e questo farebbe temere il verificarsi di una pandemia.

Ai due casi di occidentali probabilmente colpiti dal virus, stando a quanto afferma la CNN che cita una fonte federale, ce ne sarebbe anche un terzo negli Stati Uniti, nello Stato di Washington.

Un altro caso è stato registrato a Macao e riguarda un’imprenditrice giunta domenica scorsa da Zhuhai. Le Autorità locali hanno imposto l’us della mascherina ai dipendenti dei casinò.

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Redazione La Voce

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