Economia

Visco (Bankitalia): “Senza Europa saremmo più poveri”

Il Governatore descrive la situazione dell'economia italiana

Roma, 31 maggio – “Saremmo stati più poveri senza l’Europa, lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario”: ne è convinto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. “Addossare all’Europa le colpe del nostro disagio è un errore”, ha detto ancora Visco.

Il Governatore ritene che le urgenze siano altre, ovvero: “un’ampia riforma fiscale”. Serve intervenire per fare ordine nelle “nuove forme di tassazione”, “agevolazioni e esenzioni”, “stratificato” dagli anni Settanta. Questo per poter incentivare le imprese ed il lavoro. “Rivedendo solo alcune agevolazioni o modificando la struttura di una singola imposta si proseguirebbe in questo processo di stratificazione. Bisogna invece interromperlo – ha affermato Visco – per disegnare una struttura stabile che dia certezze a chi produce e consuma, investe e risparmia, con un intervento volto a premiare il lavoro e favorire l’attività di impresa, tenendo conto delle interazioni tra tutti gli elementi del sistema fiscale: tra il livello della tassazione indiretta e quello degli aiuti per i redditi più bassi; tra le aliquote delle imposte dirette e le detrazioni e deduzioni che le accompagnano; tra il sostegno dei redditi e gli incentivi al lavoro; tra le varie eccezioni al regime generale di tassazione previsto per ciascuna base imponibile; tra tutte queste componenti e il contrasto all’evasione, da attuare sfruttando appieno le tecnologie disponibili”.

Parlando poi dell’impennata dello Spread, Visco ha ventilato il rischio di una “espansione restrittiva”. Già si rilevano problemi di accesso al credito. “Finora – ha spiegato Visco – la trasmissione del maggiore costo dei titoli pubblici a quello dei prestiti delle banche a imprese e famiglie è stata limitata, grazie all’ampia liquidità e alle migliori condizioni dei bilanci degli intermediari. Cominciano tuttavia a emergere segnali di tensione”.

“Secondo i sondaggi – ha detto in conclusione il numero uno di Bankitalia – le politiche di offerta dei prestiti, pur rimanendo nel complesso distese, si stanno gradualmente irrigidendo, soprattutto per le piccole imprese, a seguito del deterioramento del quadro macroeconomico e dell’aumento dei costi di provvista delle banche”. “Si stima che a parità di altre condizioni, e senza tenere conto degli effetti negativi sulla fiducia di famiglie e imprese, rendimenti delle obbligazioni pubbliche di 100 punti base più alti determinino una riduzione del prodotto dello 0,7% nell’arco di tre anni”.

“Il nostro Paese può fare affidamento su punti di forza in grado di sostenere l’attività in una congiuntura sfavorevole. Nel decennio in corso le esportazioni di beni hanno tenuto il passo della domanda estera, interrompendo la precedente lunga fase di calo delle quota di mercato mondiale”, ha rilevato Visco.

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