La "Sophia"

Vivere una vita con dedizione e lentezza: il qui e ora

L’importanza di aprirsi a nuove abitudini

Oggi voglio condividere un aspetto importante per chi conduce o è volto a condurre una vita in cui lascia spazio anche alla profondità e permette alla propria Anima di manifestarsi in ogni aspetto quotidiano. 

In un precedente articolo ho parlato dell’importanza di inserire nella vita quotidiana dei rituali che rendono sacra la propria esistenza. Con rituale si può intendere anche un abitudine. Dovremmo quindi prima di tutto chiederci quali delle cose che facciamo conferiscono quella sacralità alla nostra vita?

In queste ultime settimane ho prestato maggiore attenzione alla mia pelle. Ero solita ogni sera prima di andare a dormire applicare l’olio prodotto da me sul mio viso. Una sera mentre stavo facendo la stessa cosa mi sono soffermata a riflettere: quanto ci tengo realmente che la mia pelle tragga i benefici da questo olio? Dedico veramente la corretta attenzione a questo atto o mi importa di mettere a livello superficiale un olio sul mio viso?
Partendo dal presupposto che ogni atto nella vita se non seguito da un intento più profondo non ha alcuna efficacia eterna. Ogni cura, di qualsiasi tipo se non accompagnata da un attitudine sacra non può guarire nel profondo. Ogni movimento se non accompagnato da un intento più elevato di muovere la propria Anima attraverso il corpo non porta a benefici eterni.

Ma cosa intendo con beneficio ed efficacia eterna? Cosa vuol dire eternamente? Insomma qualcuno si potrebbe chiedere cosa importa che un qualunque atto che facciamo vibri eternamente. Invece credo che sia proprio questo il senso dell’esistenza di un essere umano. Troppo spesso oggi si ha l’abitudine di soffermarsi solo sul piano che possiamo toccare con mano ovvero la materia. Noi non siamo però solo materia e oggi più che mai abbiamo l’emergenza di consapevolizzare il prima possibile l’esistenza di noi in più piani sottili. Se non lo facciamo e conduciamo una vita facendo vibrare solo la materia, prima o poi la parte sottile che non riceve abbastanza dedizione è destinata a morire. Quando dunque il nostro corpo se ne andrà cosa ci resta realmente? Un mondo sottile sofferente che non ha ricevuto l’amore e la dedizione che meritava e poi quante altre esistenze sono necessarie per comprendere questo?

Ho dunque cambiato la mia abitudine cominciando a dedicare almeno dieci minuti a massaggiare l’olio sul mio viso mentre sullo sfondo lascio scorrere una musica ad alte frequenze e rilassante. Così facendo ho percepito un maggiore rispetto e dedizione per il mio corpo oltre ad aver riscontrato il beneficio esterno della pelle data dalla stimolazione della circolazione sanguigna che assorbe dunque meglio il prodotto.

Non vi racconto però questo solo per condividere le mie sensazioni e miglioramenti ma ho notato una cosa ancora più importante cambiando questa abitudine. 

Spendendo almeno dieci minuti a massaggiare il viso, i movimenti che faccio sono molto lenti. Dunque i primi giorni 10 minuti mi sembravano un’eternità dato che ero abituata a fare questa pratica in due minuti. D’altra parte però abbiamo appena capito che l’obiettivo è raggiungere un risultato eterno. Vi era quindi una resistenza dentro di me che necessitava di essere rieducata per comprendere il profondo significato di quell’atto. 

Tutto questo mi ha fatto riflettere sull’importanza di vivere la vita con lentezza e di quanto nella nostra società e cultura si è abituati a correre e fare le cose velocemente perdendo così il vero significato di quello che facciamo.

Io vi ho riportato l’esempio dell’olio ma riflettiamo dentro di noi quante altre cose facciamo velocemente senza neanche sapere nel profondo il perché lo facciamo. La risposta dentro alcuni sarà “Perché devono essere fatte”. Ma di fatti nulla nella vita deve essere fatto se non ha senso veramente su ogni piano della nostra esistenza.

E’ dunque inutile se si fa un’ora di yoga al giorno o pratiche che vengono chiamate “meditative” e poi ci si sente impazzire nel bere un bicchiere d’acqua lentamente o a dedicare più tempo alla cura personale. Anzi ci si dovrebbe chiedere se l’obiettivo di quelle pratiche è migliorare la propria esistenza e dunque la vita quotidiana oppure semplicemente passare il tempo e pulirsi la coscienza per la vita stressata e insignificante che si vive.    

E’ nella lentezza di ogni atto che scopriamo il vero significato della nostra vita. 

Vivere con lentezza non significa dormire in piedi, significa, anzi, essere Anime risvegliate che hanno compreso il loro cammino verso un totale equilibrio su ogni piano.

Abbiamo dunque il coraggio di cambiare abitudine per scoprire il vero senso del nostro cammino di evoluzione. 

Sophia Molitor

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