Storia

1565, Malta sotto assedio: i turchi minacciano l’Europa

L’eroismo dei Cavalieri Ospitalieri contro lo strapotere turco

In più occasioni abbiamo trattato degli assedi che videro coinvolti gli eserciti dell’Impero Ottomano nelle varie fasi della sua espansione militare, ed in particolare abbiamo visto i due assedi di Vienna difesa dalle truppe asburgiche (1529-1683) e quello di Famagosta difesa dai veneziani (1571). Narreremo ora delle vicende dell’assedio durante il quale i turchi tentarono di conquistare l’isola di Malta allora difesa dall’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni; siamo nell’anno 1565.

Malta è sempre stata una isola di importanza strategica fondamentale (il possesso da parte inglese durante la Seconda guerra mondiale sarà determinante per la sconfitta delle forze italo-tedesche in Africa Settentrionale): si trova al centro del Mediterraneo, è dotata di numerosi porti naturali ben difendibili, e la sua posizione geografica ne fa un fondamentale crocevia per ricche rotte commerciali. Ovviamente la caduta di Malta in mani ottomane avrebbe rappresentato uno smacco di enormi proporzioni per i paesi che contendevano al sultano il controllo del Mediterraneo, particolarmente la Spagna e la Repubblica di Genova.

Malta era governata dai Cavalieri Ospitalieri dal 1530, anno in cui l’imperatore Carlo V concesse loro l’isola dopo che questi erano stati cacciato da Rodi (1522) dal sultano Solimano il Magnifico. Gli Ospitalieri fortificarono l’isola dotandola di numerosi fortini che ne rendevano particolarmente efficiente la difesa; dai porti dell’isola partivano poi incursioni contro le navi dei pirati che infestavano il Mediterraneo a danno delle navi dei paesi cristiani. L’efficacia delle incursioni degli Ospitalieri contro le navi turche e l’importanza strategica di Malta stimolarono le ambizioni di conquista a Costantinopoli con la conseguente spedizione ottomana contro l’isola: da Malta i turchi avrebbero potuto attaccare l’Italia e quindi minacciare l’intera Europa cristiana.

Il sultano inviò contro Malta una poderosa flotta di 193 navi, le quali trasportavano un esercito di 40.000 uomini (tra i quali 6.000 giannizzeri, dei quali abbiamo fatto conoscenza in un precedente articolo), ed un poderoso parco di artiglierie d’assedio, tra le quali un gigantesco basilisco (era questo una poderosa bocca da fuoco che poteva scagliare proiettili fino a 100 chili); difendevano l’isola 550 Ospitalieri e 6.000 soldati, in gran parte reclutati in Italia. Le forze ottomane erano comandate dal pirata Dragut e dai pascià Mustafà e Piyale; i difensori erano guidati dal Gran Maestro dell’Ordine Jean de la Valette.

I turchi sbracarono il 24 maggio e presero a colpire con 21 cannoni il forte di Sant’Elmo, difeso da 100 cavalieri e 500 soldati; dopo una settimana di bombardamenti con 6.000 colpi sparati ogni giorno, il forte venne distrutto, ma i valorosi difensori continuavano a resistere tra le macerie. Il 3 giugno i giannizzeri assaltarono quanto rimaneva del forte, ma furono massacrati dai cavalieri che ne fecero strage data la loro pesante armatura, che rendeva inefficaci i fendenti di scimitarra e che era impenetrabile alle frecce; rimasero sul campo 2.000 turchi e solamente 10 cavalieri e 70 soldati cristiani.

Nella lotta tra le macerie del forte di Sant’Elmo i contendenti usarono armi “tecnologiche”, quali delle rudimentali bombe simili alle odierne Molotov usate dagli Ospitalieri, e dei sacchetti pieni di una sostanza incendiaria ed appiccicosa che i giannizzeri legavano alle frecce che scagliavano contro i cavalieri cristiani.

Il 18 giugno, quando ormai il forte era allo stremo, i comandanti ottomani salirono su un colle per assistere ad un assalto; in quel frangente Dragut venne preso di mira da un artiglierie siciliano di nome Giovanni Antonio Grugno, il quale prese la mira e sparò col suo cannone uccidendo il comandante nemico.

Il 23, dopo l’ennesimo assalto turco, i pochi ed esausti superstiti cristiani furono sopraffatti ed il forte di Sant’Elmo fu preso. I turchi, ai quali la conquista del forte (il più piccolo dei tre forti cristiani) era costata ben. 6.000 morti, sfogarono la loro rabbia sui cavalieri catturati, i quali vennero uccisi ed i loro corpo inchiodati su delle tavole e sospinti nell’acqua del porto fino agli altri due forti cristiani. In risposta la Valette fece uccidere e decapitare i prigionieri turchi facendone sparare con i cannoni le teste contro le posizioni turche.

Ovviamente le vicende dall’assedio di Malta erano seguite con trepidazione da tutta Europa e quasi tutti gli stati mandarono rinforzi, una parte dei quali riuscì a forzare il blocco navale ottomano facendo giungere sull’isola viveri e combattenti nell’ordine di alcune centinai;, non molti, ma una boccata d’ossigeno per il morale degli assediati.

Il 15 luglio i turchi tentarono dai assaltare il forte San Michele, ma le loro imbarcazioni finirono sulle palizzate di difesa e furono bersagliate dalle artiglierie cristiane: i turchi che si arresero ai cristiani vennero sgozzati come gesto di vendetta per i caduti del forte Sant’Elmo. Il 2 agosto i turchi bombardarono le città di Birgu e Mdina (l’antica capitale di Malta) con 64 cannoni, ma l’assalto venne respinto; il 7 l’assalto al forte San Michele fallì dopo che lo stesso la Valette si lanciò coi suoi uomini nella breccia aperta nelle mura dai turchi respingendoli.

L’eroica resistenza dei difensori di Malta fu premiata quando il 5 settembre una flotta di rinforzo, inviata dal viceré spagnolo don Garcìa de Toledo, partì da Messina; giunti a Malta, i rinforzi attaccarono i turchi assieme ai cavalieri usciti dai forti per prendere parte all’attacco. Dopo cinque ore di lotta, i turchi furono sbaragliati e costretti a reimbarcarsi sulle loro navi e fuggire. Malta era salva.

Nella campagna i turchi persero 31.000 uomini (ossia circa due terzi degli effettivi, mentre i difensori persero 239 Ospitalieri e 2.500 soldati. L’Impero Ottomano non osò mai più attaccare Malta.

La Valette morì il 21 agosto 1658 ed in suo onore venne dato il suo nome alla città di La Valletta, odierna capitale di Malta, fondata dagli Ospitalieri nel 1566.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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