Polipi intestinali: sintomi, diagnosi e cure
Conosciamo più da vicino questa fastidiosa patologia
Lungo circa sette metri, l’intestino è l’organo più lungo del corpo umano. E’ una sorta di tubo flessibile ripiegato su se stesso, che si divide in due macro parti: intestino tenue e intestino crasso. Il primo è composto a sua volta da duodeno, digiuno e ileo, mentre il secondo da intestino cieco, colon, sigma e retto. Sede deputata all’assorbimento dei principi nutritivi derivanti dal cibo, l’intestino è anche il luogo in cui si formano le feci, che provengono dagli scarti di ciò che ingeriamo.
Le funzioni dell’intestino.
- Funzione metabolica: permette l’assorbimento di ioni (calcio, magnesio e ferro), la sintesi di alcune vitamine (acido folico, vitamina K, vitamine del gruppo B) e la fermentazione dei carboidrati.
- Funzione nutritiva: assicura il nutrimento delle cellule intestinali, necessario a favorire l’attività fisiologica del colon.
- Funzione protettiva: difende il tratto intestinale dagli agenti patogeni.
- Funzione immunologica: mantiene attivo il sistema linfatico, che entra in gioco quando c’è bisogno di combattere batteri o sostanze nocive.
Sintomi.
I polipi intestinali sono delle escrescenze anomale che possono generarsi lungo l’intestino crasso, in particolar modo, nel colon, nel sigma e nel retto. Con una percentuale che varia dal 15 al 20% della popolazione adulta, sono la forma benigna più diffusa dei tumori intestinali. Sebbene col tempo possano degenerare, è doveroso sottolineare che non tutti i polipi sono a rischio di malignità
Il sintomo più diffuso è la presenza di sangue o muco nelle feci.
Un altro campanello d’allarme è dato da un cambiamento significativo, e senza apparente motivo delle proprie abitudini intestinali, che si prolunga per qualche settimana.
Infine, i polipi di grandi dimensioni possono anche causare dolori simili a coliche o episodi di occlusione intestinale.
Diagnosi.
Gli esami diagnostici per identificarne la presenza di polipi intestinali sono:
- l’esplorazione digitale rettale: permette di rilevare la presenza di escrescenze a livello del retto
- la ricerca di sangue occulto nelle feci: permette di rilevare una perdita ematica occulta
- la colonscopia: permette di esplorare le pareti interne del colon e l’eventuale rimozione dei polipi, da inviare poi in laboratorio per l’esame istologico
- il clisma opaco a doppio contrasto: è una radiografia dell’intestino, previa introduzione di aria e bario -mezzo di contrasto che “vernicia” le pareti interne del colon- tramite clistere; nonostante venga utilizzata quando non è possibile procedere con una colonscopia, non ne rappresenta una valida alternativa, poiché non consente di individuare i polipi piccoli
- TC – colonscopia virtuale: è una TAC all’addome con mezzo di contrasto endovenoso e aria insufflata mediante clistere, che consente di “navigare” virtualmente nelle viscere e di individuare la presenza di polipi in maniera più accurata rispetto ad altri esami radiologici; a differenza della colonscopia, non consente di effettuare esami bioptici
Relazione tra polipi e cancro del colon-retto.
Anche se la maggior parte dei polipi è benigna, vi è una correlazione tra questi e il cancro. Esistono tre tipi di polipi: iperplastici (caratterizzati da una mucosa a rapida proliferazione), amartomatosi (detti anche polipi giovanili e polipi di Peutz-Jeghers) e adenomatosi. Solo questi ultimi costituiscono lesioni precancerose e di essi solo una piccola percentuale si trasforma in neoplasia maligna.
Trattamento.
Poiché non è possibile prevedere con matematica certezza se un polipo intestinale diventerà o no maligno, i medici ne raccomandano la rimozione totale. L’asportazione avviene durante la colonscopia, mediante l’utilizzo di un bisturi elettrico.
Prevenzione.
L’esame che diagnostica con maggior precisione la presenza di polipi nel colon-retto è la colonscopia. Ecco perché ne è fortemente consigliata l’esecuzione dopo i cinquant’anni. E’ un esame invasivo, ma con l’ausilio di sedativi e farmaci antidolorifici, è condotto senza particolare disagio per il paziente. Nel caso in cui in famiglia ci sia stato un parente affetto da tumore al colon-retto, l’età di esecuzione della prima colonscopia può –o, per meglio dire, dovrebbe- essere anticipata.
Infine, al fine di prevenire la formazione di polipi intestinali, è consigliabile un’alimentazione di fibre e povera di grassi.
Cristina Svegliàti