Affari legali

AFFARI LEGALI. Litigi davanti ai figli: quando si configura il reato di violenza assistita?

L'ennesimo passo volto a garantire la maggior tutela possibile al nucleo familiare

La Cassazione ha recentemente emesso una sentenza – la n. 18833/2018 – con la quale è stato fatto l’ennesimo passo volto a garantire la maggior tutela possibile al nucleo familiare e, nello specifico, alla prole.

Gli Ermellini si sono infatti pronunciati in ordine a quelli che sono stati definiti dei “maltrattamenti indiretti” ai danni dei figli, ossia quelli cui questi ultimi vengono sottoposti qualora debbano assistere come spettatori passivi a furiosi litigi, nei quali si travalichino i limiti imposti dal reciproco rispetto e dalla civiltà, tra i propri genitori.

Ovviamente non ci si riferisce alle discussioni, seppur accese, che interessano qualsiasi famiglia senza eccezione alcuna, invero, affinché si configuri il reato di violenza assistita, occorre che l’azione abbia rigorosamente carattere di abitualità e sia inoltre idonea ad offendere il bene giuridico protetto.

Il concetto di abitualità non coincide però con quella di quotidianità: non è necessario che un determinato contegno si profili come continuo ed ininterrotto, né che si protragga per un tempo prolungato, ma è sufficiente invece che ci sia una tendenza – anche occasionale – a “ledere l’integrità fisica o il patrimonio morale del soggetto passivo”.

In sostanza la Cassazione ha ribadito che il mantenere un clima di tensione tra le mura domestiche, usare davanti ai bambini un linguaggio volgare ed inappropriato nei confronti del coniuge, così come rompere suppellettili o gesticolare in modo rabbioso, equivalga indirettamente a maltrattarli.

La Suprema Corte a tal proposito evidenzia infine come costituisca “approdo ormai consolidato della scienza psicologica che anche bambini molto piccoli, persino i feti ancora nel grembo materno, siano in grado di percepire quanto avvenga nell’ambiente in cui si sviluppano e, dunque, di comprendere ed assorbire gli avvenimenti violenti che ivi si svolgano, in particolare le violenze subite dalla madre, con ferite psicologiche indelebili ed inevitabili riverberi negativi per lo sviluppo della loro personalità”.

Roberta Romeo

Studio legale EGIDI
Via Lomellina n. 31 – Milano –
Tel. 02.28381582

Mostra Altro

Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio