Affari legali

AFFARI LEGALI. Prezzo del coperto al ristorante: una pretesa lecita?

Se lo domandano molte associazioni di consumatori. Ecco come stanno le cose

Quello che in epoca medievale nacque per evitare che gli avventori sfruttassero le locande solo per stare al coperto – e da qui, appunto il nome – riparandosi dal freddo senza consumare il cibo offerto dall’oste, oggi continua ad essere un costo fisso per chiunque si rechi al ristorante, indipendentemente da ciò che consuma.

Il “coperto”, come oggi inteso, sarebbe il costo relativo a quanto fornito in dotazione per consumare il pasto, ossia le stoviglie (piatti, posate e bicchieri), la tovaglia, i tovaglioli ed il pane. Molte associazioni di consumatori si sono chieste se si tratti di una pretesa lecita da parte del ristoratore e, in effetti, allo stato si può asserire che lo sia.

Attualmente infatti, malgrado le numerose proposte in tal senso, non esiste ancora una normativa a livello nazionale che disciplini questo particolare aspetto, tuttavia qualsivoglia locale ha il preciso obbligo di inserire detta voce nel menù. In assenza di una regolamentazione omogenea per tutte le regioni, peraltro, ognuna di esse ha il potere di emanare provvedimenti in materia, indicando agli esercenti quali siano le corrette diciture da utilizzare; a titolo esemplificativo, si rammenta ad esempio che nel Lazio, in base alla legge regionale n. 21 risalente al novembre del 2006, “qualora il servizio di somministrazione sia effettuato al tavolo, la tabella o il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell’ordinazione e deve indicare l’eventuale componente del servizio con modalità tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico. E’ inoltre fatto divieto di applicare costi aggiuntivi per il coperto”.

Quest’ultimo divieto potrebbe essere introdotto anche in altre regioni, ma fino a quando non interverrà una norma specifica nazionale, il cliente avrà semplicemente la facoltà di eccepire la mancata indicazione nella carta del costo riferito al servizio.

Non solo: se il coperto è correttamente inserito nel menù ed è apposto l’importo richiesto, ai frequentatori del posto non è neppure concesso di polemizzare nell’ipotesi in cui lo ritengano troppo caro, ben potendo il titolare del ristorante stabilire liberamente il prezzo del coperto in proporzione ai servizi resi.

Roberta Romeo

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