Speciale Russia 2018

Calcio. Verso il Mondiale di Russia 2018

Le outsider e le incompiute

Non c’è edizione del Mondiale in cui una squadra non riesca ad imporsi all’attenzione del torneo andando al di là delle previsioni della vigilia e intrufolandosi in modo più o meno inatteso tra le prime quattro classificate.

Nelle ultime cinque manifestazioni il fenomeno si è verificato con regolarità; nel 1998, in Francia, le outsider giunte ad un passo dalla finale furono addirittura due, con la Croazia a capitolare in semifinale contro i padroni di casa, e l’Olanda (che negli ultimi vent’anni si è piazzata per tre volte tra le prime quattro, spingendosi fino alla finale nel 2010) sconfitta dal Brasile. Anche il controverso Mondiale nippocoreano del 2002 regalò le sorprese incarnate dalla Turchia e dalla Corea del Sud, mentre nel 2006 fu il Portogallo a rappresentare la novità tra le prime quattro. In Sudafrica, la finale stessa tra Spagna e Olanda costituì un evento eccezionale, non avendo, nessuna delle due squadre, mai alzato prima la Coppa del Mondo; ad esse si aggiunse anche l’Uruguay, quarto. Nell’edizione brasiliana di quattro anni fa, infine, furono ancora gli “orange”, come accaduto più volte nella storia, a dover arrestare il proprio cammino in semifinale.

Anche il Mondiale che avrà inizio domani potrebbe confermare l’andamento degli ultimi anni; sono diverse infatti le rappresentative che, pur nutrendo scarse probabilità di pervenire alla vittoria finale, godono tuttavia di numeri sufficienti a farle emergere durante la manifestazione. Prima fra tutte, è indubbiamente il Portogallo, campione d’Europa in carica e capitanato da Cristiano Ronaldo; la consacrazione del fenomeno del Real Madrid ha finalmente irrobustito il curriculum dei lusitani, il cui successo di due anni fa in Francia ha costituito il primo alloro internazionale e ha impresso alla compagine atlantica una credibilità che non si registrava dai tempi di Eusebio, benché nel corso dei decenni non siano mancati i talenti plasmati dalle giovanili portoghesi.

Qualche parola va poi spesa per il Belgio, guidato dallo spagnolo Roberto Martinez. Dopo lunghi anni di anonimato, i “Diavoli” sono tornati ad essere squadra di spessore, composta da elementi ormai affermati nei maggiori campionati europei; basti pensare che dei 23 convocati per la spedizione in Russia, solo il giovane Leander Dendoncker gioca in patria, nelle file dell’Anderlecht. Per il resto, la maggioranza dei grossi calibri belgi gioca in Inghilterra; si pensi al portiere Courtois del Chelsea, a De Bruyne del Manchester City, a Fellaini e a Lukaku, entrambi al Manchester United, e infine a Eden Hazard, anch’egli al Chelsea. Nel reparto avanzato, compare poi anche uno spicchio d’Italia con Dries Mertens, punta di diamante del Napoli, mentre è rimasto fuori dai convocati il romanista Radja Nainggolan, in aperto ed insanabile contrasto con il tecnico Martinez.

Merita ben più di qualche considerazione anche l’Uruguay, non foss’altro per i due fregi mondiali che, benché ormai datati, ne nobilitano il palmares. La storia della Nazionale guidata da Tabarez è contrassegnata da risultati altalenanti e contraddittori, per lo più inferiori alle enormi potenzialità tecniche di cui i sudamericani tradizionalmente sono muniti; la sensazione prevalente è che ci si trovi di fronte ad una squadra capace di imporsi contro qualunque avversario e allo stesso tempo di sciogliersi e smarrirsi contro chiunque. Eppure, è difficile trovare un altro undici che possa vantare un duo offensivo paragonabile alla coppia Suarez-Cavani. La presenza “italiana” all’interno della “Celeste”, poi, è cospicua, con cinque rappresentanti di squadre italiane: in difesa, infatti, è convocato Caceres della Lazio, mentre a centrocampo figurano Bentancur (Juventus), Laxalt (Genoa), Torreira (Sampdoria) e Vecino (Inter).

Infine, non può essere dimenticata l’Inghilterra, perenne incompiuta, vittoriosa (grazie ad una tripletta di Hurst, che include un gol ancora avvolto nel mistero) solo nel Mondiale di casa del 1966; l’ultimo risultato degno di nota dei britannici risale al Mondiale italiano del 1990, quando persero la “finalina” proprio contro gli Azzurri, giungendo quarti. Gli inventori del calcio hanno sempre deluso negli appuntamenti decisivi, ma possono vantare giocatori di invidiabile qualità, specialmente dalla cintola in giù; Dele Alli è centrocampista straordinario ma bizzoso, mentre Sterling e Dier costituiscono delle certezze, con Lingard ad arricchire il reparto. In avanti, Harry Kane è il faro dell’attacco, ma il fiuto per il gol non manca certo neanche a Vardy, Rashford e Welbeck.

Gigi Bria

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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