Amore

Come superare la paura di pensare e realizzare i nostri sogni…

…Dall’incompetenza inconscia alla competenza inconscia!

Amiche ed Amici carissimi, oggi desidero affrontare un tema a me particolarmente caro: la paura di pensare.

Quando appresi il principio sul quale si fonda la Legge di Attrazione, ovvero che con i nostri pensieri creiamo la nostra realtà, trascorsi un periodo…”diversamente sereno”. Amo parteciparvi anche delle mie debolezze, se queste possono offrirvi un pizzico di rassicurazione in più, attraverso il confronto.

Ho alle spalle una lunga esperienza nella formazione delle risorse umane, tanto da poter affermare, a ragion veduta, che qualsiasi momento di crescita personale comporta un disagio. Disagio che, per fortuna, è solo momentaneo: non siamo più “quelli di prima” (abbiamo perduto quello stato dell’essere che ci generava sicurezza, o che quantomeno ci era familiare) e non abbiamo ancora acquisito le nuove certezze… non siamo ancora “quelli di dopo”.

E’ corretto ricordare che ogni processo di crescita personale comporta quattro passaggi:

  • incompetenza inconscia
  • incompetenza conscia
  • competenza conscia
  • competenza inconscia

Incompetenza inconscia: ignoriamo che esista un dato argomento, cioè “non sappiamo di non sapere”.

 

Incompetenza conscia: attraverso uno stimolo esterno veniamo casualmente a conoscenza dell’esistenza di un argomento e realizziamo di non conoscerlo: “sappiamo di non sapere”. In questa fase scegliamo se e quanto approfondire tale argomento, oppure decidiamo di non fare nulla.

Competenza conscia: se, nella fase di incompetenza conscia, abbiamo optato per la conoscenza dell’argomento, stiamo studiando nuove teorie. Nel proseguo di questa fase ci rendiamo conto che “sappiamo di sapere” sempre più. E, in questa fase, inizia il periodo di disagio sopracitato. Ora mi rivolgo proprio a te personalmente:  non sei più “quello di prima” e non hai ancora acquisito le nuove certezze… non sei ancora “quello di dopo”. Avere appreso informazioni non significa averle acquisite a livello mentale/comportamentale. Il momento di disagio è proprio quello che ci induce costantemente a confrontare il nostro istintivo atteggiamento con quanto ci suggerisce la nuova teoria appresa.  Un continuo, a volte estenuante, dibattito (combattimento!) con noi stessi, caratterizzato da irritante insicurezza: “cosa farei, cosa faccio, cosa dovrei fare”. E’ il passaggio più lungo e delicato dell’intero percorso formativo. Intensità e tempistica sono strettamente personali.

Le tecniche per velocizzare apprendimento e messa in pratica delle teorie sono molte, ma personalmente “ti esorto a rispettare i tuoi tempi affinché  tu possa sempre essere te stesso”. Diversamente, imponendoci un comportamento, solo appreso e non ancora interiorizzato, ci sentiamo impacciati. E’ terribile percepirsi impacciati, desta un inevitabile rifiuto al  proseguo formativo, portandoci a pensare che “tanto ho sempre fatto a modo mio e posso continuare senza sforzarmi così, “sta roba non fa per me”, ecc.” Sarebbe un vero peccato, aver sprecato tempo ed energie. Ma se rispettiamo  i nostri ritmi, in amorevole osservazione di noi, proseguiremo il nostro percorso formativo, giungendo serenamente, con gioia e, talvolta,  con stupore al “passaggio successivo”.

Competenza inconscia: Questo è il massimo livello della formazione. La teoria che abbiamo acquisito è divenuta parte di noi. Abbiamo interiorizzato le informazioni acquisite, al punto che istintivamente ci comportiamo “come da manuale” e ci sarebbe impensabile agire diversamente.

Ora torniamo  alla qualità dei nostri pensieri.

Secondo la legge d’attrazione, se emettiamo pensieri negativi o comunque discordi con ciò che desideriamo, attiriamo ciò che non vogliamo.

Di seguito, alcuni miei suggerimenti, in versione succinta:

  • non ti concentrare su ciò che non vuoi, bensì esclusivamente su ciò che desideri;
  • scrivi ciò che desideri, ti aiuta ad essere più riflessivo;
  • emetti dunque pensieri positivi e definisci, scrivendoli, i tuoi obiettivi;
  • nel definire i tuoi obiettivi esprimiti positivamente: non utilizzare mai la formula negativa “NON” (es.: è sbagliato pensare “NON voglio più fare questo lavoro” bensì sostituisci l’affermazione con “Voglio fare il….formatore, il parrucchiere, ecc.”)

La forma negativa può tuttavia aiutare nella fase di analisi, aprioristica, a quella di definizione degli obiettivi. E’ in genere più  semplice, quasi automatico, pensare a ciò che non vogliamo. Non vogliamo ammalarci, non vogliamo un partner che ci tradisce, ecc., Proseguite pure con questa tecnica se vi facilita, ma nel momento in cui stilate il prezioso elenco, concentrate la vostra attenzione e, in nome dell’efficienza e dell’efficacia divine… “non voglio ammalarmi” diverrà “voglio essere in perfetta salute”, “non voglio un partner che mi tradisce” lo trasformerete in  “voglio un partner fedele”.

Alcune letture, riferite alla legge di attrazione, romanzate a scopo commerciale, inducono a considerare tanto semplice  questo processo interiore, che viceversa, richiede molta cura e molto impegno.

 Per manifestare la realizzazione dell’obiettivo o desiderio che sia, mente conscia e mente inconscia devono essere allineate: la mente “conscia” è la mente razionale, quella con la quale pensiamo e chiediamo ciò che riteniamo di desiderare; la mente “inconscia” è colei che ci  guida verso ciò che desideriamo realmente. Quanto abbiamo oggi è quello che consciamente o inconsciamente abbiamo chiesto, così come quello che avremo domani, sarà il frutto di quanto pensiamo oggi. Comprendete perché avevo paura di pensare? Tranquilli, si supera!

Un abbraccio

Daniela Cavallini

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