Cronaca

Decidono di chiamare la figlia, Blu. Genitori convocati in Procura per la rettifica

Potrebbe essere il giudice a decidere il nome della bambina, se la coppia non ne indicherà uno diverso che corrisponda al sesso effettivo

L’arrivo di un figlio è sempre una grande gioia: diventare genitori è uno dei più bei doni che la vita possa fare. Specie quando si iniziano a comprare vestitini, accessori e… a scegliere il nome del bambino. Sì, perché questo è uno dei momenti più importanti ed anche il più delicato: c’è chi preferisce un nome classico senza troppi fronzoli e chi, invece, predilige nomi particolari o insoliti, spesso derivanti dalle mode del momento o ispirati alle scelte dai vip, che per i nomi dei loro figli hanno davvero molta fantasia.

Come nel caso di Gwyneth Paltrow e Chris Martin, che hanno chiamato la loro figlia Apple. Ma anche senza andare troppo lontano, in Italia ne esistono molti alquanto particolari: Chanel, il nome dato alla secondogenita di Francesco Totti e Ilary Blasi; Oceano, Leone e Vita, nomi scelti da John Elkan e Lavinia Borromeo per i loro tre figli; Nathan Falco il primogenito di Briatore e di Elisabetta Gregoraci; senza dimenticare l’ultimo arrivato: Leone, il figlio di Chiara Ferragni e Fedez.

Ma, qualche volta, troppa fantasia e creatività, rendono questo momento unisco e speciale un vero e proprio incubo. Proprio come è successo a Luca e Vittoria, i genitori di una bambina di un anno e mezzo che hanno scelto di chiamare la loro piccola Blu. La Procura della Repubblica di Milano, però, ha convocato i neo genitori proprio per rettificare l’atto di nascita: la magistratura si rifà all’Articolo 35 del DPR 396/2000 in base al quale “il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”. Nella lettera che invita i genitori della piccola a presentarsi in Tribunale, si legge: “Considerato che si tratta di nome moderno legato al termine inglese Blue, ossia il colore Blu, e che non può ritenersi attribuibile in modo inequivoco a persona di sesso femminile l’atto di nascita deve essere rettificato, anteponendo altro nome onomastico femminile che potrà essere indicato dai genitori nel corso del giudizio”.

Senza contare che, se i genitori non si presenteranno con un’alternativa valida, sarà il giudice stesso a decidere per loro il nome della figlia. Ma il padre non lo trova corretto: “Andrea, che in greco significa uomo, è accettato come nome femminile. Non si vede perché Blu non sia accettato. È una discriminazione assurda”, ha dichiarato aggiungendo: “Quando ci siamo presentati all’anagrafe per la registrazione ci avevano avvisato che poteva esserci il rischio di venir richiamati, ma ogni anno, secondo i dati Istat, ci sono circa sette Blu, in prevalenza bimbe. Non ci aspettavamo di dover cambiare nome un anno e mezzo dopo, quando ormai anche nostra figlia sa di chiamarsi Blu ed è scritto ovunque”. Papà Luca ha poi spiegato: “E’ stato lo stesso personale dell’anagrafe ad avere inviato la segnalazione in procura. Ma questo è successo oltre un anno fa e pensavamo che tutto fosse a posto. Invece, abbiamo avuto la brutta sorpresa. Giovedì dovremo andare in tribunale a Milano per conoscere la decisione del giudice, che si aspettano da noi un nuovo nome, da mettere prima di blu. Cosa che non abbiamo intenzione di fare”.

I dati riportati da Luca sembrano essere confermati anche dall’ISTAT: nel 2016, in Italia, sarebbero ben 6 le bambine con il nome Blu. Considerando anche che, in un altro caso analogo proprio di questi giorni, la Procura di Milano ha rinunciato a chiedere la rettifica del nome Blu dato dai genitori a una bambina di quasi 5 mesi e, dunque, oggi il Tribunale civile milanese ha confermato il nome della piccola. L’udienza davanti al giudice civile per la coppia che ancora lotta per vedere confermato il nome della loro figlia, è fissata per giovedì prossimo: Luca e Vittoria cercheranno di convincere i giudici, statistiche alla mano, che il nome all’Estero è già stato sdoganato e che la loro bimba può chiamarsi a tutti gli effetti Blu.

Tuttavia, il PM Luisa Baima Bollone che nelle scorse settimane, su segnalazione del Comune di Milano, ha chiesto la rettifica con l’anteposizione di un nome femminili a Blue, dovrebbe rinunciare al ricorso, proprio come è stato fatto per il caso della piccola di 5 mesi e – a quanto pare – verrà fatto anche negli altri casi aperti di bimbe con lo stesso nome, pendenti in Tribunale a Milano.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."
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