Amore

Dissentire argomentando e non insultando: il cafone ancora non lo sa…

Il confronto non deve scadere nella degenerazione espressiva

Amiche ed Amici carissimi, comunicarepensieri e sensazioni implica l’esporre se stessi al giudizio altrui.

Certo preferirei sostituire il termine “giudizio” con “opinione”, tuttavia il contesto sociale attuale – basti assistere alle discussioni politiche, piuttosto che ad alcuni talk show o programmi cd di svago-  non lo consente, mostrandoci “spettacoli” a dir poco indecorosi: quello che dovrebbe essere un confronto tra persone con pensieri differenti, simultaneamente, si trasforma in litigio con toni di voce alti, accompagnati  spesso da espressioni grezze.

Questo avviene anche rapportandoci con le nostre conoscenze cosiddette “reali”, ma  soprattutto nella condivisione  delle proprie idee nel mondo virtuale.

Se “de visu” disponiamo del prezioso supporto derivante dalla comunicazione non verbale, induttiva più delle parole stesse al senso di quanto desideriamo esprimere, nel Social – dato  il limite dello scritto – il rischio di essere fraintesi è inevitabilmente molto più elevato.

Ed è proprio relativamente alla comunicazione “virtuale” che desidero sottolineare alcune considerazioni.

Innanzitutto ritengo che chiunque condivida un post ne sia responsabile sia per il contenuto che per la forma, assumendo così un ruolo assimilabile a quello di  “padrone di casa”. Accade talvolta che dall’argomento trattato scaturisca un acceso dibattitoe, se un vivace scambio di idee può essere costruttivo, altrettanto non si può affermare in caso di degenerazione espressiva.

A fronte della mediocrità espositiva, che ben raramente disconosce il turpiloquio, alcuni “invitati” – se non “l’ospite” stesso! – si permettono persino di trascendere nell’insulto nei confronti di chi è di parere contrario al loro. In tal caso, il più delle volte, si assiste alla sparizione del “proprietario”stesso del post, quando non al blocco del dissidente.

“Se non la pensi come me, ti insulto, ti segnalo e ti blocco”…Che dire? Mi sia concessa una moderata esternazione sarcastica, per definire tale atteggiamento “l’emblema”del rispetto per gli altri oltreché della libertà d’espressione.  

Ma… vivo avulsa dalla realtà – in tal caso sia pure virtuale – oppure si rende necessaria per molti esuberanti “frequentatori social” una doverosa presa di coscienza,  coadiuvata da urgente apporto correttivoin merito alla dilagante maleducazione?

E’ un’aspettativa davvero troppo elevata credere che il responsabile del post, intervengaper dirimere l’incresciosa situazione?

Fortunatamente “il mondo è bello perché è vario”, recita un antico adagio popolare ed oggi,  tra i miei contatti virtuali, ho il piacere di annoverare gentili conoscenti ed anche veri Amici che, con rispetto e garbo, condividono il piacere della scambievolezza a prescindere dalla comunanza delle opinioni.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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