Storia

Eugenio di Savoia: il più grande condottiero del suo tempo e forse di sempre

La storia di un mito vivente che dura tutt'oggi

Negli ultimi articoli ci siamo occupati dell’assedio di Torino del 1706, ed abbiamo visto l’epica resistenza dei difensori della capitale sabauda contro l’invasore francese; a risolvere la situazione in favore degli assediati fu l’intervento dell’esercito imperiale alleato dei Savoia, comandato proprio da un esponente dell’illustre casato, ossia quell’Eugenio di Savoia che passerà alla storia (per questa ed altre imprese belliche) come uno dei più abili comandanti militari di tutti ti tempi. Vale quindi la pena di conoscere in maniera più approfondita la vita e le vicende di questo grande condottiero.

Eugenio di Savoia-Soissons era nato a Parigi il 18 ottobre del 1663 da Eugenio Maurizio di Savoia (ufficiale al servizio del re di Francia), esponente del ramo secondario dei Savoia-Carignano-Soissons; madre del futuro condottiero era l’italiana Olimpia Mancini, nipote del cardinale Mazarino. Divenuto adulto, fu decisa per lui la carriera ecclesiastica, ma il giovane chiese piuttosto di entrare nell’esercito francese ottenendone però un rifiuto (si dice a causa della bassa statura); per tale motivo decise di lasciare Parigi alla volta della Germania: secondo una leggenda, per l’occasione Eugenio promise che non avrebbe mai più rimesso piede in Francia se non alla testa di un esercito invasore.

Fatto sta che il giovane intraprese una brillante carriera nelle fila dell’esercito imperiale fino a diventarne generale (e successivamente feldmaresciallo), grado col quale rese agli Asburgo importanti servigi: nel 1683 fu alla battaglia che pose fine all’assedio turco di Vienna, partecipando poi a varie battaglie durante le quali inflisse ai turchi dure sconfitte. Nel 1701 prese poi parte alla Guerra di Successione Spagnola, sempre al comando dell’esercito imperiale, combattendo contro i francesi conseguendo brillanti vittorie come nella battaglia di Blenheim (alla quale abbiamo dedicato un articolo) assieme all’inglese John Churchill duca di Marlborough, antenato di Winston Churchill; conquistò poi il Ducato di Milano (allora possedimento degli spagnoli alleati dei francesi) che divenne possedimento imperialecon tutta la Lombardia, di cui Eugenio fu il primo governatore austriaco. In veste di comandante dell’esercito asburgico inflisse cocenti sconfitte ai francesi in Italia, compresa la vittoria nella battaglia per l’assedio di Torino assieme al cugino Amedeo II duca di Savoia, di cui abbiamo parlato; invase poi la Francia meridionale per poi passare nelle Fiandre a dare altre batoste ai francesi, e possiamo immaginare con quanta soddisfazione… Tra l’altro Eugenio sarà uno dei negoziatori alla pace di Rastatt (1714) che pose fine alla Guerra di Successione Spagnola conclusasi con la sconfitta francese.

La carriera militare del principe sabaudo andò avanti, particolarmente contro i turchi che furono più volte sonoramente sconfitti, fino alla conquista di Belgrado (1717) che fece del comandante dell’esercito imperiale un’eroe, un vero mito vivente. Le sue vittorie permisero infatti all’Austria degli Asburgo di acquisire il controllo dell’Italia e dell’Europa centro-orientale, gettando le basi per la nascita di quell’impero austriaco che durerà fino alla fine della Grande Guerra nel 1918. Tra l’altro Eugenio farà in tempo da ultrasettantenne a guidare ancora una volta l’esercito imperiale nella Guerra di Successione Polacca (1733-1735), anche qui sconfiggendo più volte i francesi.

E’ poi giusto far notare come Eugenio fosse un capo militare che rischiava in prima persona, rimanendo sempre sulla linea del fuoco alla testa dei suoi soldati, costantemente spronati dal loro comandante. Infatti il principe collezionò nell’arco della propria carriera ben tredici ferite, in un’epoca in cui essere colpiti in battaglia voleva dire una ferita da taglio o un pallottola di moschetto conficcata in un osso, operate con i metodi dei chirurghi dell’epoca, senza anestesia e col rischio di infezioni mortali.

Eugenio di Savoia morì a Vienna nel 1736 all’età di settantatré anni e l’imperatore Carlo VI gli tributò i massimi onori; il funerale fu tra l’altro celebrato sia a Vienna che a Torino. Il suo corpo riposa oggi nella capitale austriaca, mentre il suo cuore è conservato presso la cripta della basilica di Superga assieme ai suoi parenti Savoia, in quella Torino che fu salvata dalla caduta e dalla conquista francese grazie al grande condottiero sabaudo, senz’altro il più grane capo militare della sua epoca, secondo alcuni il più grande di sempre.

E tale definizione non appaia esagerata, visto che la grandezza e la fama del principe Eugenio erano tali e rimarranno così per secoli, che in molti cercarono di attribuire al principe la propria nazionalità: secondo Voltaire Eugenio era francese, essendo nato a Parigi; ma era un Savoia figlio di un’italiana, per cui… (tra l’altro i suoi amici inglesi lo chiamavano “il principe italiano”); ma è altrettanto vero che il principe-generale servì per tutta la propria carriera militare sotto le insegne dell’esercito imperiale asburgico, quindi era in un certo senso tedesco di adozione. E difatti, caso unico nella storia, al condottiero furono intitolate navi da guerra di quattro diverse nazionalità: una corazzata austro-ungarica eduna inglese nella Prima Guerra Mondiale, nonchéun incrociatore tedesco, ed uno italiano (l’incrociatore leggero Eugenio di Savoia) nella Seconda.

Marco Ammendola

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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