Facebook, attacco hacker: i dati degli utenti venduti sul dark web

Milano, 10 ottobre – È passata ormai più di una settimana dal tornado “hacker” scagliatosi su casa Facebook e confermato sabato scorso dal team di cybersecurity e analisti che in un post, elencano le cause e le relative falle, attraverso le quali è stato possibile colpire ben oltre 50 milioni di profili del social ed altri 40 milioni posti a stato di default, per quanto concerne le impostazioni di condivisione da mobile e l’app di conversione ed editing dei video che si volevano caricare.

Dopo una settimana di silenzio senza più alcuna informazione, è giusto porsi una domanda: che è successo ai profili hackerati? I dati delle vittime sono rimasti al sicuro nei Digital Safe Vault del colosso dei social?

A quanto pare no, secondo ‘The Independent’ che arriva a fare una scoperta alquanto allarmante. La rivista ha notato un insolito traffico di moneta digitale nei mercati del ‘deep web’, legati ad annunci di dati personali di profili Facebook, al prezzo di 3$. La testata riporta anche una ricerca della società ‘Money Guru’ che si estranea completamente dall’ultimo attacco ai danni di Facebook, riportando una valutazione generale dei profili hackerati nel mercato del deep web. La valutazione di aggira intorno agli 850 euro. Se criminali informatici arrivassero a comprare i profili hackerati e sfruttarne gli accessi, potrebbero utilizzarli non solo per effettuare furti di identità digitali ai danni delle ignare vittime, ma potrebbero arrivare addirittura ad impiegarli per minacciare i loro proprietari.

Sempre secondo ‘The Independent’, è possibile acquistare i profili rubati a prezzi compresi tra i 3 ed i 12 dollari circa, tramite i Bitcoin, la nota moneta digitale usata anche nel deep web. Il loro valore complessivo arriverebbe ad essere compreso tra i 150 e i 600 milioni di dollari.

Un’altra nota da scrivere sulla lista dei danni che Facebook ha subito.

Dario Naghipour