Storia

Giovanni Acuto: il grande capitano inglese che divenne italiano d’adozione

Il condottiero d’oltremanica che si fece un nome combattendo in Italia

Con questo articolo continueremo a dedicare spazio ai capitani di ventura “italiani”, facendo la conoscenza di uno per il quale il virgolettato sull’attributo di italianità è d’obbligo; difatti Giovanni Acuto era l’italianizzazione del vero nome di questo condottiero che divenne italiano d’adozione.

John Hawkwood era nato in Inghilterra nel 1320 presso il villaggio di Sible Hedingham nell’Essex; e difatti cominciò la propria carriera militare al servizio del suo re Edoardo III nella famosa Guerra dei Cent’anni in Francia, partecipando alle battaglie di Crècy (1346) e Poitiers (1356); con la firma del Trattato di Brétigny (8 maggio 1860, che poneva fine alla prima fase della Guerra dei Cent’anni, stabilendo un lungo periodo di pace di nove anni), per non rimanere disoccupato il nostro John decise di fondare una compagnia di mercenari alla quale diede il nome di Compagnia Bianca del Falco detta semplicemente Compagnia Bianca (l’aggettivo sembra fosse dovuto all’armatura liscia e sempre lustra indossata da quei cavalieri). Nella seconda metà del ‘300 dove mai una compagnia di mercenari avrebbe potuto trovare lavoro sicuro? Ovviamente in Italia, dove l’esperienza di guerra maturata da quei soldati durante la guerra in Francia sarà molto apprezzata (difatti sarà l’occasione in cui gli italiani conosceranno la terribile efficacia del famoso arco lungo inglese). Difatti John, che oramai possiamo chiamare Giovanni (l’italianizzazione del suo nome era dovuta a Machiavelli), venne reclutato dal Marchese del Monferrato per il quale conquistò ampi territori a spese di Amedeo VI di Savoia; il capitano inglese passò poi in Toscana, dove si mise al servizio di Pisa contro Firenze, successivamente passò con armi e bagagli dalla parte dei fiorentini (del resto un mercenario sta dalla parte di chi paga meglio), per poi battersi sotto le insegne dei Visconti ed ancora tornare al servizio di Firenze. Manco a dirlo, cambiò poi nuovamente bandiera quando nel 1375 si mise al servizio del pontefice Gregorio XI in guerra contro Firenze; in questo conflitto Giovanni si rese protagonista di un episodio di efferatezza infierendo ferocemente sul Cesena e Faenza nel febbraio del 1377 massacrando più di 5.000 persone. Sembra però che per l’occasione i soldati dell’Acuto fossero stati affiancati da dei mercenari bretoni al soldo del papa, i quali furono i principali autori del massacro. Conclusa questa guerra passò poi con gli angioini di Napoli contro Gian Galeazzo Visconti duca di Milano.

Nel 1381 il capitano d’oltremanica tornò in patria dove Riccardo II lo nominò baronetto, ma rientrò poi i Italia dove fu protagonista della battaglia di Castagnaro del 1387 in cui Giovanni trionfò come comandante delle schiere Padovane vincitrici su quelle Veronesi. 

Fu in ultimo nuovamente al servizio di Firenze, per poi morire il 14 marzo del 1394 e venire tumulato nella città toscana; successivamente i resti vennero trasferiti in Inghilterra su richiesta del re inglese.

Giovanni Acuto fu un gran professionista della guerra; certo cambiò bandiera più volte, ma del resto a quel tempo la cosa era assolutamente normale, e se un’autorità statale decideva di rivolgersi a quel genere di mestieranti delle armi, il voltafaccia per denaro era da tenere in conto. L’Acuto fu poi un abile comandante che seppe creare un forte spirito di corpo tra i soldati della sua compagnia, che erano tra i migliori in armamento ed efficacia tattica, ma all’occorrenza seppe anche essere spietato con la popolazione civile dei paesi e villaggi nemici conquistati. Nel complesso il soldato inglese che divenne italiano d’adozione, è stato senz’altro uno dei migliori capitani che si videro in Italia in quel periodo.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

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