Storia

I Caimani del Piave: silenziosi e micidiali, terrore degli austriaci

Provetti nuotatori col pugnale tra i denti nelle fredde acque del Piave

Nello scorso articolo abbiamo dedicato un ricordo agli Arditi, le truppe d’assalto del Regio Esercito che con il loro ardimento hanno dato un fondamentale contributo alla nostra vittoria nella Grande Guerra; abbiamo poi accennato al fatto che tra i nostri reparti d’assalto ve ne fossero di specializzati nelle incursioni nelle linee nemiche poste sulla sponda opposta del Piave, che veniva attraversata a nuoto da quelli che furono battezzati i “Caimani del Piave”. Vediamo un po’ più nel dettaglio chi furono e come operassero questi soldati sprezzanti del pericolo.

Intanto il nome Caimani era dovuto al fatto che per eseguire le loro incursioni nelle linee nemiche, quei soldati attraversavano a nuoto il fiume, preferibilmente di notte per non essere avvistati dagli austriaci, avendo solo pochi centimetri del volto affioranti in superficie, solo dalle narici in su, tenendo il pugnale tra i denti, muovendosi con una raffinatissima tecnica di nuoto che permetteva loro di spostarsi nell’acqua senza crearvi increspature. La divisa era costituita da soli calzoncini da bagno ed il mimetismo era garantito dall’avere il corpo cosparso da una mistura di grasso (che inoltre riparava dal freddo) e fuliggine.

Il reclutamento avveniva di preferenza tra nativi della zona del Piave, ovvero tra uomini che conoscevano alla perfezione ogni più piccola ansa del fiume; l’addestramento era poi curatissimo riguardo il nuoto e nelle tecniche di combattimento col pugnale, col quale saltavano improvvisamente addosso ai soldati austriaci i quali venivano fulmineamente freddati con un rapido colpo alla gola. I Caimani venivano anche addestrati al combattimento a mani nude, ricevendo una formazione specifica da parte di personale, soprattutto della Regia Marina, che aveva appreso le arti marziali durante le missioni svolte agli inizi del ‘900 in estremo oriente.

Lo scopo delle incursioni dei Caimani era generalmente la neutralizzazione di nidi di mitragliatrici e postazioni dell’artiglieria in previsione dell’assalto a massa dei reggimenti di fanteria (operazioni queste più specifiche per gli Arditi), ma soprattutto le incursioni in profondità nel territorio nemico per danneggiare le linee telefoniche e per compiere atti di sabotaggio in genere. Da qui l’importanza di reclutare i Caimani tra la gente del luogo, dato che spesso era necessario l’appoggio ed il riparo presso gente amica oltre le linee austriache.

I Caimani, insieme agli Arditi, compirono epiche imprese e contribuirono alla conclusione vittoriosa della guerra, di cui a breve si compirà il centenario al quale dedicheremo senz’altro altri articoli della nostra rubrica.

Marco Ammendola

Foto: “La Domenica del Corriere”.

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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