Storia

IL CASO MORO. L’ombra della P2 e dei Servizi Segreti deviati

Altri due grandi enigmi dei 55 giorni

Uno dei grandi misteri che avvolgono i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro, sono dati da un possibile coinvolgimento della loggia massonica P2, quella di Licio Gelli (la cui funzione eversiva è cosa nota), e di un’ala deviata dei Servizi Segreti.

A tentare di sollevare il velo fu il direttore della rivista ‘OP-Osservatore Politico’, Mino Pecorelli che durante i giorni del sequestro di Moro, in più d’un’occasione aveva scritto della vicenda e della sua “originale” gestione da parte delle Istituzioni, arrivando persino a chiamare in causa Giulio Cesare e le Idi di Marzo, a voler alludere ad analogie tra i due fatti. Quando il sequestro si concluse nella maniera tragicamente nota, Pecorelli pubblicò un articolo nel quale affermava che il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, si sarebbe recato da Giulio Andreotti, dicendo di sapere dove fosse il luogo di detenzione dello statista democristiano. Per tutta risposta, Andreotti non solo avrebbe impedito di procedere con un blitz per liberare Moro, ma avrebbe detto al Generale che c’era una tal ‘loggia di Cristo in Paradiso’, contraria all’azione.

Per poter ipotizzare che quella loggia, avrebbe potuto essere la P2, bisognerà aspettare il 17 marzo del 1981, momento in cui venne trovata la lista degli iscritti all’organizzazione di Gelli e rilevare che al suo interno c’erano nomi di persone con ruoli di primaria rilevanza istituzionale, acquisita nel periodo del sequestro ed in quello delle indagini. In certi casi, si potevano evincere promozioni ottenute da alcuni di loro, durante la detenzione di Moro come in tempi successivi alla sua fine. Tra i beneficiati, il generale Giuseppe Santovito, a capo del SISMI, il Prefetto Walter Pelosi, direttore del CESIS, il Generale Giulio Grassini, esponente del SISDE, l’Ammiraglio Antonino Geraci, capo del SIOS della Marina Militare, Federico Umberto D’Amato, a capo dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, il Generale Raffaele Giudice, Comandante Generale della Guardia di Finanza ed il Generale Donato Lo Prete, Capo di Stato Maggiore delle stesse Fiamme Gialle. A questi si aggiunge il Generale dei Carabinieri Giuseppe Siracusano che nei giorni del sequestro coordinava i posti di blocco a Roma, la cui inefficacia venne certificata in seguito dalla Commissione Moro.

Un altro iscritto alla P2 era il Professor Franco Ferracuti. Ferracuti, in quei giorni arrivò a sostenere che Moro fosse stato colpito dalla ‘Sindrome di Stoccolma’, oltre che essere un agente della CIA. Di lui, il Professor Vincenzo Cappelletti, che ebbe un ruolo chiave nella costituzione dei Comitati che avrebbero dovuto essere utili alla gestione del sequestro di Moro, deponendo in Commissione Stragi, di Ferracuti ebbe a dire che la sua iscrizione alla P2 con la tessera 2137, avvenne nei giorni del sequestro di Moro, presentato dal Generale Grassini. Cappelletti sottolineò che queste erano state le confidenze fattegli dallo stesso Ferracuti.

La versione proposta da Licio Gelli invece, spiegava che i componenti dei Comitati che si era scoperto essere iscritti alla P2, lo erano da prima del sequestro di Moro. Con questa affermazione, il capo della loggia intendeva smarcarsi dall’ipotesi di un ruolo attivo della P2 nella vicenda, aggiungendo come verosimile, il fatto che tra loro ignorassero il fatto di essere iscritti alla stessa organizzazione.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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