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La storia di Ippocrate raccontata da lui: un’opera che ci riporta agli albori della Medicina

Il romanzo “Il segreto di Ippocrate” di Isabella Bignozzi edito da La Lepre Edizioni è la splendida rivisitazione del padre della medicina, in un periodo nel quale la figura del medico è eroica e contesa

Ippocrate è ormai anziano e, nel parlare con il suo allievo Polybos, si lascia andare a teneri ricordi, partendo dalla fanciullezza nell’isola di Kōs fino all’adolescenza tra inquietudini e nuove consapevolezze, gli insegnamenti del padre, anch’egli medico.Non è tutto: Ippocrate non manca di porre un accento su malanni, interventi e terapie, esponendo tecniche dell’arte medica del V secolo a.C. Il romanzo di Isabella Bignozzi nasce da una lettura approfondita e intima del Corpus Hippocraticum, che raccoglie i preziosi scritti del celebre medico Ippocrate, considerato anche il padre della medicina occidentale.

Eppure, l’autrice qui non parla esclusivamente del medico: Ippocrate, per lei, è prima di tutto un uomo. A riprova di questo, non vengono soltanto narrate, dal flusso di parole che si mescola tra le pagine riproducendo echi storico-biografici, le sue vittorie, ma anche le sue “cadute”, quel suo impegnarsi sempre a favore di un unico grande, nobile scopo: la medicina. L’argomento scelto da Isabella Bignozzi è tra i meno frequenti dagli autori che scrivono di personaggi storici, interpretandone vizi e virtù, traducendone la personalità: la vita di Ippocrate, il medico che diede avvio alla medicina come la conosciamo oggi, vissuto tra il Quinto e Quarto secolo a.C., è reinventata al punto giusto, con accenni storiografici e inventivi.

Le fonti documentali su Ippocrate ci riportano un personaggio storico particolarmente rigido, ma la Bignozzi sceglie di parlarci di emozioni, sensazioni, dolori. Il romanzo è storia e scienza, ma non solo: porta con sé la scia di un romanticismo estetico, i rintocchi di un tempo lontano ma non del tutto perduto. L’espediente narrativo de Il segreto di Ippocrate è certamente il fatto che sia Ippocrate stesso a parlare di sé a Polybos, suo allievo, concentrandosi in particolar modo sulla sua adolescenza e pre-maturità, fino ad acquisire l’indipendenza e la fiducia dopo la morte del padre, anch’egli medico. Ulteriore elemento che si aggiunge ad un filo narrativo lineare e drastico allo stesso tempo sono le descrizioni di interventi terapeutici, perfino chirurgici, con i mezzi a disposizione, nonché il racconto preciso e dettagliato sulla medicina sperimentata all’epoca.

Carlotta Casolaro

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Redazione La Voce

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