La "Sophia"

L’affermazione “io sono amore” e la patologia spirituale

La necessità di fare la cosa giusta in un contesto evolutivo complicato

Quando abbiamo paura di non essere in grado di fare qualcosa tendiamo ad affermare di essere quella stessa cosa.

Cosa significa questo?

Nell’articolo di oggi voglio riflettere insieme a voi sul perché negli ultimi anni sentiamo così spesso dire “Io sono amore”, “Io sono gioia”, “Dobbiamo fare le cose nell’amore e nella gioia”, “l’amore è dentro di noi e intorno a noi”, “Tutto è amore”, “Siamo tutt’uno”, “Tutto è uno” ecc.

Se leggete queste frasi che ho appena citato, vi capita mai di sentire che non comprendete fino in fondo il loro significato?

Oggi molti percorsi spirituali anche se gli uni diversi dagli altri vogliono tutti raggiungere l’obiettivo di diventare “l’amore”, “l’uno”. Sembrano dei grandi obiettivi ma pochi hanno come obiettivo di conoscere veramente se stessi e scoprire il motivo per cui la propria Anima ha scelto di venire su questo pianeta. Ovvero, molti percorsi spirituali credono che compiere la propria Missione significhi diventare l’amore e l’uno.

Io dico sempre che ho avuto la grande opportunità di approcciarmi alla spiritualità in modo differente ovvero, attraverso la ricerca profonda della mia indipendenza ho incontrato nuovamente il mio spirito e successivamente la mia Anima.

Quando all’età di 19 anni ho cominciato a vivere da sola ho incontrato una serie di sfide che mi hanno portato a ricercare delle soluzioni più armoniose alle problematiche. Credo infatti che la spiritualità porti innanzitutto armonia nella propria vita. Anziché ricercare bruscamente una soluzione mentale si può cominciare a vedere la propria vita da un punto di vista differente, riconoscere le sfide come delle opportunità per evolvere e notare anche l’esistenza energetica di noi stessi e delle cose.

Se ci troviamo di fronte a una sfida come scoprire di avere solo pochi istanti per raggiungere un appuntamento che potrebbe dare una svolta alla nostra vita (un colloquio di lavoro, un seminario, un incontro con una persona…) l’insegnamento di fare tutto nell’amore e nella gioia è veramente spirituale o è un intralcio che ci spinge a non agire per trovare una soluzione alternativa?

Quando si mangiano animali basta ringraziare l’animale che è morto, essendo grato al suo sacrificio imposto o la vita è forse più difficile di questo? Ci chiede forse di fare un passo così difficile come quello di arrivare a non mangiare l’animale?

E’ questo il problema, la spiritualità oggi insegna che “dobbiamo amare” ma non insegna come si ama.

Quando si tratta di riflettere sulle proprie scelte si è sempre pronti a dire “Faccio così ma…”.

L’amore di cui parliamo a livello universale è molto concreto, non esistono ma, esiste che ci si impegna a fare del nostro meglio e ad ammettere quando non siamo ancora pronti e abbiamo bisogno di aiuto.

Chiedere aiuto non è una debolezza, il creato è sempre pronto ad aiutare ma solo se siamo onesti.

Quello che voglio dire è che oggi si parla troppo poco di come vivere veramente la vita nel concreto. Molti si ripetono frasi come quelle sopra citate ma quando la vita mette loro davanti una sfida chiamano la propria madre e il proprio padre, un amico, si mettono a piangere oppure incontrano una persona in mezzo alla strada che gli indica la via.

Non c’è nulla di sbagliato nell’agire cercando aiuto negli altri o mettendosi a piangere per affrontare una sfida. Quello che trovo problematico è mettere in luce una spiritualità che non è più onesta, che non gratifica più l’azione vera e propria (la madre il padre, il pianto) nella vita ma che tende a svalutare il valore dei piccoli gesti.

Cosa significa veramente “vivere nell’amore e nella gioia”, esiste veramente questo stato oppure è un’illusione che nasce da una patologia profonda a livello spirituale?

Quello che intendo dire con questo articolo è che la vita, il creato, l’universo, il mondo divino non guardano quanto si è bravi a dire di essere qualcosa di immenso come “l’amore” loro guardano l’azione. Loro guardano proprio l’umiltà dell’essere umano nel chiamare la propria madre per chiedere aiuto e raggiungere l’obiettivo che in quel momento è così fondamentale per andare avanti nel percorso di crescita.

L’universo non vuole che ci si metta comodi a pregare e chiedere amore e gioia nella propria vita, non vuole che tutto sia amore esso vuole vedere che siamo disposti a tirare fuori tutte le nostre potenzialità, vuole vedere che ci impegniamo concretamente nella vita.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di una spiritualità sincera che spiega veramente come agire nella vita.

Nessun maestro ha affrontato le sfide spruzzando di amore e gioia da tutti i pori spesso li ha affrontati usando le proprie gambe per correre, versando lacrime, dovendo trovare soluzioni che rispettano l’armonia del creato.

L’amore e la gioia sono la nostra lotta ogni giorno di rispettare tutto il Creato.

L’amore e la gioia sono il nostro impegno costante nel seguire la via che ci conduce al compimento della nostra missione di vita.

L’amore e la gioia non sono qualcosa da dirsi, sono qualcosa che si vive nel silenzio delle proprie azioni.

In quell’istante di coraggio delle nostre azioni; è lì che si nasconde tutta la gioia e tutto l’amore per il Creato.

Sophia Molitor

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