Storia

Oriente contro Occidente: a Maratona lo scontro tra due opposte visioni del mondo

Le cause del confronto tra due sistemi e due diversi modi di concepire la società e lo stato

Avendo recentemente dedicato un articolo alla tattica di combattimento nella Grecia classica, parleremo ora di una battaglia tra le più famose nella storia; difatti quella di Maratona è senza dubbio una delle battaglie più note al pari di Waterloo e Stalingrado, scontri militari tanto famosi da essere diventati quasi un sinonimo di “battaglia”. Ma quale fu il percorso che portò greci e persiani a confrontarsi nel più famoso scontro militare del mondo antico?

Diciamo subito che Maratona fu la più importante battaglia tra greci e persiani in quella che va sotto il nome di Prima Guerra Persiana, iniziata nel 492 a.C. e che si concluse proprio a Maratona. La causa scatenante il conflitto fu l’appoggio dato dalle poleis greche (le città stato che costituivano il frammentato mondo della Grecia antica) alle città greche della ionia, ovvero quelle che si trovavano sulla costa dell’attuale Turchia sul mare Egeo, che si erano ribellate all’autorità del re persiano Dario I; difatti, nate come colonie della città della Grecia continentale con le quali mantenevano forti legami culturali ed economici, le città greche della ionia  erano entrate nella sfera di influenza del potente impero persiano fino ad esserne completamente assoggettate. Inizialmente Dario reagì inviando in tutte le città del mondo greco i propri messi con la richiesta di sottomettersi alla sua autorità e di diventare suoi sudditi, ma per tutta risposta le due principali poleis greche, Atene e Sparta, uccisero gli ambasciatori persiani. Dario organizzò quindi una spedizione militare che dapprima conquistò l’arcipelago delle Cicladi, poco distanti dalla costa greca, e successivamente sbarcò sulla terraferma conquistando la città di Eretria radendola al suolo e facendone schiavi gli abitanti. Successivamente l’esercito di persiano si diresse verso l’Attica, la regione in cui si trovava Atene.

A questo punto si arrivò allo scontro decisivo della guerra, la quale però aveva radici e motivazioni che andavano ben oltre la volontà di Dario di punire le città greche. I motivi difatti erano anche di carattere economico, legati alla possibilità per una delle due parti di dominare l’Egeo e quindi gli intensi traffici commerciali che per quel mare transitavano; ma non solo. Quello tra greci e persiani fu anche lo scontro politico e ideologico tra due mondi diversi, due diversi modi di concepire la società, lo stato e l’economia. La Grecia era la culla della civiltà delle città stato e della loro indipendenza, dove era nata la democrazia (ad Atene) e dove non era concepita una benché minima forma di autorità statale superiore a quella delle singole poleis; dall’altra parte c’era l’immenso impero persiano, accentrato e militarizzato, in cui il sovrano era proprietario di tutte le terre e considerava ogni territorio a lui sottomesso come un qualcosa che gli apparteneva di diritto. Visto con gli occhi dei greci quindi, si stava approssimando lo scontro con un colosso che veniva per soffocare la libertà delle poleis, una lotta quindi anche e soprattutto per il mantenimento dell’indipendenza delle città stato elleniche; e per i greci, si sa, l’indipendenza era una cosa tanto importante che mai nella storia dell’antica Grecia si arrivò anche solo a concepire la formazione di uno stato che inglobasse la miriade delle poleis: per un greco lo stato era la città, la cui indipendenza era sacra e inviolabile. La determinazione poi con cui essi combatterono contro il gigante persiano, era anche dettata dalla consapevolezza che una sconfitta avrebbe comportato una feroce azione punitiva da parte del vincitore, come era accaduto alle città greche della ionia: città devastate, deportazioni di cittadini ridotti a schiavi, pesantissime misure tributarie e fine della libertà politica ed economica. Difatti lo scontro che andava profilandosi, e che raggiunse il suo momento decisivo a Maratona, se per i persiani era solamente il tentativo di sottomettere uno fastidioso vicino, per i greci diventava una lotta per la sopravvivenza, un vero e proprio vincere o morire.

E qui entra in gioco il fondamentale ruolo delle motivazioni in guerra, che furono un fattore decisivo a Maratona e uno dei principali motivi della vittoria di un piccolo esercito di città stato tra loro divise, contro il gigantesco impero che ai tempi di Dario comprendeva quelli che oggi chiamiamo Iran, Afghanstan, Turchia, Siria, Libano, Israele, Armenia, Cipro, Macedonia, Pakistan, Georgia, Irak, Egitto, Libia, Giordania… insomma, un colosso di 3,5 milioni di chilometri quadrati che poté mettere in campo un esercito di una superiorità numerica schiacciante rispetto a quello delle poleis greche.

Nel prossimo articolo vivremo la battaglia che si svolse nella piana di Maratona nel 490 a.C., ne conosceremo i protagonisti, le tattiche, le armi utilizzate e ne vedremo le conseguenze storiche.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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