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Quando il terrorista è “utile” a qualcuno

Quanto è successo martedì sera a Strasburgo ha creato il naturale sconcerto che ogni azione terroristica porta. Dolore, rabbia, indignazione, paura per il domani con la fatidica domanda, “ed ora a chi toccherà?”.

Una volta ridimensionati questi sentimenti più che legittimi perché bisogna andare avanti sempre e comunque, è giusto maturare alcune riflessioni sui fatti e porsi alcune domande che tengano conto del dove è successo ed in quale contesto socio-politico-economico.

La Francia è travolta dal malcontento ed Emmanuel Macron insieme al suo Governo, sono ormai sopportati come il fumo negli occhi anche da chi li ha votati. Il gradimento del presidente francese è in caduta libera. Ne è prova tangibile la dura contestazione dei ‘gilet gialli’ che, in modo più o meno vigoroso, hanno detto in faccia all’inquilino dell’Eliseo cosa pensano di lui e della sua politica. Manifestazioni che sono esondate in atti di violenza e devastazione, Polizia col pugno di ferro (anche troppo) ed alla fine, il presidente francese costretto ad ammettere in diretta Tv di aver inanellato una serie di castronerie degne della politica di chi la Francia l’ha governata nel Settecento, per poi finire come la Storia ci ha insegnato.

Il ‘mea culpa’ di Macron avviene nella serata di lunedì. Ammette gli sbagli e promette un ridimensionamento delle tasse con il tacito assenso di Moscovici che, per ovvie ragioni, ben se ne guarda dal contestargli lo sforamento del deficit: al suo connazionale tutto è concesso, mica è italiano! Però, le parole di Macron non hanno convinto del tutto i ‘gilet gialli’ e quindi, non erano da escludersi nuove manifestazioni. Il popolo non si fida e, dato il personaggio, fa bene. Vuole i fatti. Saranno contenti solo dopo che le chiacchiere saranno diventate leggi scritte e Macron insieme ai suoi sodali avranno tolto il disturbo.

Esattamente 24 ore dopo la pubblica ammenda del presidente francese, a Strasburgo c’è chi apre il fuoco su cittadini inermi, facendo morti e feriti. Un criminale comune che ha ceduto al fascino malevolo della radicalizzazione ad un certo tipo di Islam.

Va da sé che la situazione richiede la messa in atto di misure straordinarie per la sicurezza: città presidiate da Polizia ed Esercito nonché divieto di manifestazioni d’ogni genere. Giustissimo, ci mancherebbe.

Pur essendo raggelante questa affermazione, l’attentato di Strasburgo è stato per Macron una vera manna. Vado a spiegarmi meglio: vietando le manifestazioni, è riuscito a neutralizzare anche i suoi più strenui oppositori di piazza, ovvero i ‘gilet gialli’. Tra i dubbi di essere stati presi per i fondelli dal presidente francese e la paura di morire sotto i colpi di un attentatore, vivendo in un Paese governato da chi li sa spennare ma non li sa difendere, ai contestatori non resta altro che attendere con le mani legate ed i gilet gialli ripiegati.

Per quanto accaduto in Francia, in questo momento della vita del Paese, chi ha come obiettivo il potere ed i vantaggi che comporta, potrà affermare che non tutti i mali vengono per nuocere: non senza provocare nausea nelle persone lontane da certe logiche malate.

Su questa incredibile e drammatica casualità, le illazioni si potrebbero sprecare. Ma noi non siamo complottisti e quindi ci limitiamo a dire che la fortuna è cieca, al punto d’aver baciato Macron ma la sfortuna ha avuto una gran mira, colpendo gli incolpevoli: quelli morti a Strasburgo e chi dovrà sopportare questo signore alla guida della Francia, chissà per quanto tempo.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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