Amore

Quando “lui” è riluttante nei confronti di “lei”…

Una risposta agli accorati sfoghi femminili

Carissimi Amici, carissime Amiche, l’articolo che ho pubblicato la scorsa settimana(clicca il link di seguito)

https://www.lavoce.online/2019/02/19/chi-ti-desidera-corre-da-te/,ha generato l’accorato sfogo di moltissime Donne e la conferma unanime da parte degli Uomini.

“Se un uomo desidera una donna… corre da lei, sormontando qualsiasi ostacolo”, pare essere la sentenza emessa senza alcuna possibilità d’appello.

Insite negli innumerevoli sfoghi femminili pervenutimi, vi erano ansiose richieste di consigli, riassumibili in un’unica domanda: “cosa posso fare per conquistare il “suo” interesse?”

Partendo dal presupposto che non eccedo mai oltre l’esternazione delle mie opinioni, credo che in questo caso soprattutto, sia appropriato indurre alla riflessione la persona angosciata, piuttosto che offrirle consigli inevitabilmente  a vanvera. Perché “a vanvera”? Semplicemente perché credo nella nostra unicità; nessuno, per quanto empatico, ritengo  possa vivere con medesima sensibilità le sensazioni ed i sentimenti degli altri:io sono io, con il mio stile di vita e di pensiero, con le mie esperienze, con tutto quanto ho manifestato nella mia vita… come posso “essere voi”?  Chi può vivere i sentimenti e le sensazioni di altri con identiche aspettative, emozioni ed intensità?E, come se non bastasse, oltre alle vostre, anche quelle dei vostri partner o desiderati tali… No, incorrere in generalizzazioni effimere sarebbe la logica conseguenza.

Evitando dunque i cd “consigli a vanvera”, direi che è fondamentale considerare il più obiettivamente possibile la condizione in essere, confrontarla con quella che vorremmo fosse e ragionare lucidamente, sulle possibilità di sviluppo che la storia può avere.Evitare di enfatizzare oltremisura un suo gesto gentile – magari è stato l’unico da quando vi conoscete! – così come vi esorto a non denigrare eventuali sue manifestazioni gradevoli, quali che siano. Qualunque sia l’esito della vostra analisi, resta il fatto che è necessario prendere una decisione.Anche decidere di non decidere è una decisione, purché ne siamo consapevoli e ci comportiamo coerentemente.

Qualora, com’è tendenzialmente ipotizzabile, la decisione fosse drastica, talvolta possiamo avvalerci della possibile, spesso famigerata, procrastinante pigrizia maschile per scegliere tempi e  modalità di chiusura del rapporto, distaccandoci gradualmenteoppure optare per dare un taglio netto allo sterile rapporto, assecondando la propria sensibilità.

A volte questa opzione ci è negata da un uomo decisionista e non abbiamo altra scelta che subire l’ abbandono.

Lo so che è difficile accettare il palese disinteresse dell’uomo che ci attrae tanto, tuttavia, non credo esistano altre dignitose possibilità. E, comunque, anche tra quelle mortificanti e indecorose, che hanno come comune denominatore la “questua”, non  vedo  ampia scelta.La piu’ classica  ovvero “correre dietro” non portera’ nessuno a “camminare a fianco”… Del resto, molte di noi,  chi più chi meno, abbiamo infranto uno o più cuori maschili e non certo per cattiveria, bensì per mancanza di reciprocità.

Chiediamoci che  cosa avrebbero potuto fare i respinti signori in questione per ottenere il nostro amore… Per quanto mi riguarda, nulla. 

Da evitare assolutamente il recondito pensiero “fa l’indifferente perché mi ama, io lo so che mi ama, ma ha paura”: è solo un velenoso ed inefficace  anestetico che vi somministrate: chi ama – o anche solo desidera – supera ogni remora.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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