Storia

Settembre 1939: i polacchi tentano di opporsi all’invasore tedesco

Ottant’anni fa l’inizio della guerra con l’invasione tedesca della Polonia

In questo periodo cade l’anniversario degli ottant’anni dell’inizio della Seconda guerra; dedicheremo quindi questo articolo ad una poco nota battaglia combattuta nei primi giorni del conflitto scatenato dalla Germania nazista. La battaglia della Bzura prende il nome dal fiume affluente della Vistola, e vide contrapposti l’esercito tedesco invasore e quello polacco che giocava le sue (poche) carte per cercare di fermare l’invasione di quella Polonia nata dai trattai di pace del 1919.

Come abbiamo detto l’esercito polacco non aveva gran che da opporre allo strapotere militare tedesco, ma questo non deve far pensare che i polacchi non se la siano giocata e che per i tedeschi l’invasione della Polonia sia stata priva di difficoltà: se i franco-inglesi non fossero stati sostanzialmente inattivi ad occidente e senza la contemporanea occupazione della parte orientale della Polonia da parte delle truppe sovietiche (secondo quanto stabilito dal patto Molotov-Ribbentrop), forse la Polonia non sarebbe crollata così rapidamente.

Le ostilità erano cominciate alle 4:15 del mattino del 1° settembre del 1939, con il cannoneggiamento del presidio polacco di Wasterplatte da parte di una nave da guerra tedesca: era l’inizio di una campagna che i tedeschi volevano rapida ed efficace per poter, una volta annientata la Polonia, rivolgere le loro attenzioni ed occidente. E difatti l’esercito tedesco era una poderosa macchina bellica fatta di divisioni motocorazzate estremamente mobili, perfettamente addestrate ed agire di concerto con l’efficientissima aviazione, che supportava le truppe a terra con una tattica che nella prima fase della guerra avrebbe permesso alle armate tedesche di conquistare gran parte d’Europa. L’esercito polacco era invece comandato da generali che non erano andati oltre l’esperienza fatta militando nell’esercito austro-ungarico durante la Prima guerra mondiale, rimanendo quindi ancorati ai vecchi dettami della guerra di posizione. Durante la battaglia sul fiume Bzura, i tedeschi schieravano 12 divisioni di fanteria e 5 divisioni corazzate (con carri di ultima generazione) ed un moderno parco artiglieria, per un totale di 420.000 uomini; i polacchi potevano schierare 8 divisioni di fanteria, pochi carri di produzione inglese, 4 brigate di cavalleria (in barba alla modernità dei panzer tedeschi) ed un parco artiglieria che era ciò che erano riusciti ad accaparrarsi con la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, per un complessivo di 220.000 uomini. La superiorità aerea tedesca era poi assolutamente schiacciante. E difatti le armate tedesche, partendo dalla Prussia orientale, avevano costretto i polacchi a ritirarsi fin dietro la Vistola il 5 settembre ed il 7 i carri tedeschi erano già in vista di Varsavia. Fu proprio in quel momento, ossia quando i vincitori meno se lo aspettavano, che i polacchi contrattaccarono lungo il fiume Bzura trovando i tedeschi impreparati.

Il 9 settembre i polacchi attaccarono mettendo in crisi gli invasori, i quali si dovettero ritirare dai sobborghi di Varsavia lasciando in mano nemiche ben 2000 prigionieri; ma i tedeschi erano comandati da un grande stratega come il generale von Rundstedt, il quale decise di non contrattaccare immediatamente i polacchi avanzanti, ma di lasciarli avanzare fino ad attirarli in una sacca; i polacchi (che di Rundstedt tra le loro fila non ne avevano), ci cascarono in pieno: nell’arco di un paio di giorni vennero accerchiati. Il contrattacco tedesco fu micidiale, ed i polacchi riuscirono a fatica a svincolarsi dalla morsa e a ritirarsi in direzione di Varsavia lasciando in mano nemica 170.000 prigionieri e lamentando 20.000 morti e 32.000 feriti; i tedeschi ebbero 8.000 caduti. La battaglia della Bzura si concluse il 19 settembre e, a conti fatti, un terzo dell’esercito polacco venne distrutto. Ora i polacchi non avevano più alcuna possibilità di respingere i tedeschi da Varsavia, la quale fu messa sotto assedio e bombardata da più di un migliaio di cannoni che rasero al suolo gli apprestamenti difensivi polacchi causando la morte di quasi 45.000 civili. La lotta sul fronte orientale andrà avanti ancora fino al 6 ottobre, quando le ultime forze polacche si arrenderanno definitivamente decretando la fine della campagna di Polonia.

I polacchi se l’erano giocata battendosi con accanimento e con onore (oltre alle già citate perdite in uomini, i tedeschi persero 50 carri), ma la superiorità bellica tedesca era innegabile: maggiori forze senz’altro, ma ciò che fece la differenza fu la modernità delle tattiche. L’estrema mobilità delle forze motocorazzate tedesche, unite alla collaudatissima coordinazione con le forze aeree, darà il via alla concezione moderna della guerra, fatta di penetrazione in profondità delle divisioni di carri, con la fanteria che elimina le sacche di resistenza nemica. La campagna di Polonia fu un efficace banco di prova per l’esercito tedesco, che nell’estate del 1940 umilierà gli eserciti francese ed inglese, portando alla vittoriosa conclusione della guerra sul fronte occidentale.

Non si può poi non ricordare che a seguito delle forze regolari tedesche arriveranno i reparti delle SS, che commetteranno a danno della popolazione civile polacca atrocità tali da indignare gli stessi militari dell’esercito, i quali cercheranno di porre un freno alle brutalità (ed in alcuni casi di punire i crimini commessi dai nazisti), ma senza esito: le SS erano protette da Hitler, e di conseguenza avevano una totale libertà di azione e la garanzia dell’impunibilità.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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