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Testate le app antivirus per Android: molte inutili e altre false

Su 250 applicazioni, 138 inefficienti nel servizio di cybersecurity e 32, "lupi travestiti da agnelli"

AV-Comparatives, nei mesi scorsi ha effettuato dei lunghi cicli di test su tutte le app antivirus presenti nel Play Store di Google ed il risultato è particolarmente allarmante: su 250 app antivirus, 138 sono state definite inefficienti per il ruolo che dovrebbero ricoprire in ambito di sicurezza e 32 sono in realtà malware travestiti da antivirus.

I test consistevano nell’iniettare in vari dispositivi con sistema Android, dei malware per verificare l’affidabilità delle app in questione e i 138 sopracitati, non ne hanno identificato nemmeno la metà. Si parla di app antivirus tuttora presenti nel Play Store, costantemente aggiornate e certificate da Google come sicure per l’utente.

Le altre 32 smascherate, erano app commerciali o pubblicitarie, scritte da piccoli gruppi di programmatori alle prime armi o da società di marketing atte a guadagnare sui contratti pubblicitari con altre aziende.

I risultati della ricerca e dei test di AV-Comparatives sono arrivati sui tavoli di Google che ha subito preso posizione, cancellando dallo store le app fittizie.

Fortunatamente, le ultime 80 app vengono in soccorso dell’utente con la loro efficienza nell’identificare il 100% dei campioni malware iniettati e provvedere alla loro cancellazione. Nella Top 20 abbiamo i grandi colossi del settore: Avast, AVG, AVIRA, Bitdefender, Kaspersky, McAfee, Symantec e Trend Micro.

La questione lascia molti interrogativi, oltre a molte risate, su come Google testi le app che vengono pubblicate sullo store e certificate come sicure per l’utente. Grandi risate, certo, se non per i numeri sopra citati che cancellano ogni voglia di sorridere, pensando che nell’aver installato un’app fittizia per proteggere il nostro smartphone, abbiamo permesso a qualche malintenzionato di rubarci i dati, semplicemente dando il consenso alla fake app di poter leggere ed analizzare la memoria del nostro smartphone o tablet.

Dario Naghipour

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