Politica

VIA DELLA SETA: WASHINGTON MINACCIA L’ITALIA

Le trattative per gli accordi commerciali con Pechino animano anche il dibattito politico interno

Roma, 13 marzo – Che l’apertura dell’Italia verso la Cina nel merito della Via della Seta non sia gradita agli Stati Uniti, non è certo un mistero. Washington però è andata oltre, minacciando apertamente il Governo di Roma: se l’Italia aderirà agli accordi commerciali con Pechino, la Casa Bianca avvierà una serie di azioni coercitive: prima tra tutte, il blocco delle informazioni inerenti l’attività dei servizi segreti e l’accesso alle informazioni riservate. La conseguenza è una compromissione della sicurezza nazionale.

Altra iniziativa che gli USA potrebbero agevolare, per stessa ammissione di John Bolton, Consigliere per la Sicurezza di Donald Trump, lo stop alla consegna di forniture militari all’Italia.

Le trattative commerciali con la Cina, animano anche il dibattito politico interno. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha dichiarato a ‘Il Corriere della Sera’: “Operiamo per un futuro di crescita e sviluppo e il memorandum con la Cina offre preziose opportunità per le nostre imprese”. Il documento, “imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso”, in un contesto “trasparente”. E’ “perfettamente compatibile” con la presenza dell’Italia nella NATO e nel Sistema integrato europeo: “Nessun rischio di colonizzazione”, ha sottolineato il premier.

Intervenendo oggi a ‘Mattino Cinque’, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha affermato che la Via della Seta è “certamente un’opportunità ma prevalgono in questo momento i rischi. Berlusconi ha ricordato che “ieri, il Parlamento europeo ha approvato un documento che dice: ‘attenzione alla Cina perché c’è in atto una sfida sul piano commerciale ed economico’. E fa intravedere che la sua è una sfida anche sul piano politico e militare”.

“Oltre alla guerra commerciale – ha aggiunto l’ex premier -, ricordiamoci che la Cina ha messo le mani sull’Africa, sono padroni dell’Oceano indiano e mezzo oceano Pacifico”. “C’è un progetto di egemonia globale che mette a rischio la nostra cultura”.

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