Voce alla birra

VOCE ALLA BIRRA. Il bicchiere: la sua evoluzione dall’antichità ai giorni nostri

L'importanza di capire l'oggetto con il quale degustiamo il nostro nettare

Care Amiche e cari Amici de La Voce, la settimana scorsa vi ho salutato anticipandovi che avremmo parlato di un oggetto d’uso comune che però diventa indispensabile quando si tratta di degustare al meglio il nostro nettare di riferimento, la birra. Sto parlando del boccale o comunemente detto, bicchiere. Credo sia importante darvi qualche nozione storica su questo oggetto.

Dalla preistoria ad oggi, il contenitore per bere liquidi ha subito notevoli cambiamenti adattandosi di volta in volta a scoperte di nuovi materiali, alle evoluzioni igieniche, alle capacità della tecnica di esaltare le caratteristiche organolettiche fino alle competenze della comunicazione.

Allo stesso modo si è evoluto di pari passo alle tecnologie di produzione per rispondere a palati sempre più esigenti e competenti. Da quando esiste la storia della birra, esiste la storia del bicchiere. Torniamo alla preistoria dove tutto ciò che potesse contenere liquidi era indicato per bere il nettare d’orzo: oggetti, quali, conchiglie, pelli e persino calotte di teschi animali.

Nell’epoca neolitica, con la scoperta e la lavorazione dell’argilla, i contenitori sono stati manufatti con l’intento di preservare il contenuto. Lo testimonia l’immagine della Dea Ninkasi che beve birra tramite una cannuccia da un contenitore di argilla biconico nella parte centrale ma svasato in cima, con l’intento di raggruppare in alto gli affioramenti residui di produzione primordiale non piacevoli al palato.

Tra il 3500 ed il 1200 a.C. si estende in Europa la metallurgia del bronzo: metallo più resistente dell’argilla e più adatto a lunghi viaggi.

Anche i corni di bue sono stati utilizzati per bere liquidi. Il più famoso è il corno potorio di Sigismondo, corredato da una corona. Ancora oggi, tra le popolazioni del Nord-Est Europa viene utilizzato per festeggiamenti cerimoniali.

Con la lavorazione del peltro e dell’argento, alla caraffa di legno e di gres si aggiungono questi nuovi materiali. Particolarmente noto il boccale prodotto da Paul Revere nel 1600.

La tecnologia di produzione dell’epoca, non conosceva la filtrazione e i bicchieri non trasparenti, nascondevano i sedimenti delle materie utilizzate.

Per il vetro bisogna attendere la fine del 1700, bicchieri riservati esclusivamente alla nobiltà e alle classi sociali superiori.

La svolta arriva il 5 ottobre del 1842, quando Josef Groll introduce l’eliminazione del lievito a fine fermentazione e per dimostrare che la sua birra è chiara e limpida, la fa apprezzare nei bicchieri di vetro. Nasce così il bicchiere moderno che mette a nudo il prodotto che si beve.

La prossima settimana entreremo meglio nella storia del bicchiere moderno e dei suoi impieghi.

A presto e… salute!

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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