Amore

Vuoi mortificare il sobillatore? Sì, proprio colui che mette zizzania?

Ignora il frustrato incattivito: affamerai il suo desiderio meschino

Che non possiamo piacere a tutti è un dato di fatto, tuttavia calunniare chi non rientra nelle nostre grazie è indice di palese meschinità.

Ritenersi  perennemente “nel giusto” è presunzione; mostrare sufficienza è mancanza di rispetto, così come lo è deridere difetti e manchevolezze sino a sconfinare nella cattiveria.Già… la cattiveria!

Ascrivibile alla categoria “Cattivi”, c’è quella tipologia di persone che, travolta dall’invidia per l’armonia fra altri riscontrata, gode nel mettere zizzania.

Cosa c’è di meglio che sparlare con te della tua migliore amica? “Stai attenta che quella fa la carina con te, ma si fila tuo marito”; oppure “oh cara, se sapessi cosa dicono di te le amiche del circolo appena giri le spalle. Certo io ti ho sempre difesa…”. Anche tra uomini è constatabile la stessa dinamica, seppur con manifestazioni differenti “voglio esserti amico e pertanto t’informo che il capo ti ha nominato tra i membri in esubero; “ho saputo che la posizione per cui stai profondendo tutte le tue energie, sta per essere assegnata a Tizio che è un fannullone raccomandato”. L’elenco delle bugie è lungo almeno tanto quanto il tempo trascorso alla ricerca delle cattiverie da poter diffondere  al solo scopo di minare la serenità altrui.

Come ho più volte riferito “esiste il boia perché qualcuno – più o meno inconsciamente – si presta ad interpretare il ruolo della vittima”. E questo principio vale tanto nei rapporti reali che virtuali.

Ognuno detiene una personalità con caratteristiche formatesi lungo il proprio percorso esistenziale, basata sull’educazione ricevuta, sulla trasmissione delle credenzeda parte dei genitori o delle figure genitoriali annesse, sullo stile di vita appreso nell’ambito socialein cui è cresciuto e che ha da sempre costituito un esempio.Magari un esempio contestato, ma il rifiuto non cancella ciò che ci è stato impresso nell’inconscio…

Non scegliendo dove nascere e non potendo cancellare le credenze impresse – pur  detenendo il potere di modificarle nel nostro percorso – penso che divenire in età adulta vittima o “boia”,abbia molto a che vedere con l’essere caratterialmente persona subente e remissiva oppure aggressiva e violenta. Spesso quest’ultima figura agisce il proprio basso istinto sulla prima, la remissiva.

Osservando molti accadimenti giornalieri, è inevitabile individuare in alcune persone una trasmutazione comportamentale, degna di Dottor Jekyll e Mister Hyde, finalizzata alla manipolazione di individui in buona fede. In genere chi non ha in sé il germe della malvagità difficilmente lo interpreta nei comportamenti altrui e, pertanto si fida, per poi soffrirne davanti all’ineluttabile rivelazione.

Ma com’è possibile comprendere chi agisce meschinamente a nostro danno?Innanzitutto osservando come si comporta con gli altri ed ascoltando quello che dice in loro assenza. E’ assai noto che chi parla male degli altri quando sono distanti, altrettanto farà alle nostre spalle… è il suo stile!

In tempi di realtà virtuale, va da sé che la pochezza della zizzania serpeggia , in caso di chat individuali e/o di gruppo. L’obiettivo? Sconvolgere l’armonia di un’aggregazione affiatata, con il fine di scaricare la propria frustrazione su chi non ha alcuna colpa.

Pertanto, chi, per qualsivoglia motivo, nel reale o nel virtuale, incattivito, agisce con perfidia, deve essere isolato e, soprattutto ignorato.

L’essere meschino che agisce a scapito altrui gode nella riuscita del suo intento, così come soffre e rosica nell’essere totalmente ignorato, qualunque cosa faccia o dica.

Ignorare questo genere di individuo – donna o uomo che sia – offre la migliore autodifesa e lo fa sprofondare nella sua frustrazione.

Non di rado, ecco che il “boia”, si trasforma in vittima, tacciando gli  altri d’incomprensione ed intolleranza nei suoi confronti, chiedendo umilmente di essere “reintegrato” e promettendo di comportarsi in modo ineccepibile.

Ignorare le sue richieste– in altre parole non cascare nella sua rete –  è il vero atto di rispetto verso se stessi e gli amici affidabili.

Un abbraccio

Daniela Cavallini

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