Storia

I GIORNI DELL’IRA. Gli Anni di Piombo

Estremismo, Terrorismo, Leggi Speciali

Il clima stragista di quel periodo, non faceva certo bene alla società ed al quieto vivere. Gli scontri di piazza che connotavano quelle giornate, avevano fatto il ‘salto di qualità’: attentati erano ordinario quotidiano ed il non riuscire ad identificare mandanti ed autori materiali, diffuse il pensiero comune che si sintetizzò nel termine ‘stragi di Stato’

L’instabilità creò le condizioni ideali per agevolare un colpo di Stato. Protagonista, fu Junio Valerio Borghese, un passato tra le file fasciste ed in quei giorni, leader del Fronte Nazionale. Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, è tutto pronto per destabilizzare le istituzioni democratiche con quello che si ricorda con il nome di ‘Golpe Borghese’. Inspiegabilmente però, proprio quando l’operazione era ampiamente avviata, giunge l’ordine di sospendere tutto. I motivi di questa repentina decisione, non furono mai del tutto chiari.

Intanto, nelle strade e nelle piazze, il clima si fa sempre più rovente: nascono gruppi che agevolano la logica estremista, pronti a passare dalla clandestinità alla lotta armata in un contesto che sarà definito ‘strategia della tensione’. Oltre alle tristemente consuete manifestazioni violente di piazza, gli estremisti cambiano la loro logica, compiendo azioni contro soggetti ben precisi: cittadini, uomini delle Forze dell’Ordine, comuni lavoratori. Chi fossero i mandanti e chi, gli esecutori materiali non si seppe mai. Certo è che questa inconsapevolezza portò alla teoria degli opposti estremismi, quasi regolamenti di conti tra fazioni avverse tra loro.

Anche nelle strade e nelle piazze, durante le manifestazioni, la violenza non è più solo verbale; c’è chi, a volto coperto si arma di spranghe di ferro, bombe incendiarie, chiavi inglesi (tristemente nota, la ‘Hazet 36’), sino ad arrivare alle armi da fuoco come la ‘P38’. Per rendere l’idea della diffusione di questi strumenti di violenza cieca e di chi ne facesse uso, la citazione di un botta e risposta in termini di slogan, che girava a Milano: “Hazet 36, fascista dove sei?”; la replica: “sono in Piazzale Lotto, ti aspetto con la P38”.

Le Istituzioni e la vita democratica erano a serio rischio. La risposta dello Stato fu data dall’adozione di Leggi Speciali.

Mai come in quella circostanza vi fu un’unità di intenti del tutto trasversale tra le forze politiche. Democrazia Cristiana, Partito Socialdemocratico, Partito Repubblicano, Partito Liberale e Partito Socialista, sostenuti dal Partito Comunista, lavorarono di comune accordo per varare una serie di provvedimenti atti a ripristinare la solidità delle fondamenta istituzionali.

Su alcuni di questi provvedimenti, la società si divise in scuole di pensiero. C’era chi sosteneva che le Leggi Speciali avrebbero comportato il rischio di una deriva antidemocratica con conseguente perdita della libertà individuale; altri, in alcuni casi ob torto collo, presa coscienza della mancanza di alternative, accettarono con la consapevolezza che tutto questo non sarebbe durato in eterno. Del resto, si era di fronte all’emergenza terroristica.

La Legge che suscitò maggiori polemiche, fu la numero 152 del 22 maggio 1975, la Legge Reale. Si trattava di un provvedimento che autorizzava le Forze dell’Ordine ad aprire preventivamente il fuoco, qualora ne avessero riscontrato la necessità. Il vespaio fu tale che si rese necessario sottoporla a quesito referendario. L’11 giugno 1978, gli elettori scelsero: il 76,5% si espresse a favore del mantenimento della Legge; contrari furono il 23,5%.

NocsNel 1978, sia i Carabinieri che la Polizia istituirono i loro corpi antiterrorismo: rispettivamente il GIS, Gruppo Intervento Speciale ed i NOCS, Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza che ancora oggi vediamo intervenire nelle situazioni più delicate.

Sempre in tema di Leggi Speciali, il 6 febbraio 1980, venne varata la Legge numero 15, meglio nota come Legge Cossiga. Con questo provvedimento, si andavano ad inasprire le pene per coloro che si erano macchiati di reati legati al terrorismo. Inoltre, conferiva maggiori poteri alle Forze dell’Ordine.

Al pari della Legge Reale, anche la Legge Cossiga venne attaccata pesantemente, sino a portarla di fronte alla Corte Costituzionale con il sospetto di incostituzionalità. La Corte respinse tutte le obiezioni. Tuttavia, ciò non bastò ed anche la Legge Cossiga venne sottoposta a referendum. Il 17 maggio 1981, l’85,1% degli aventi diritto, votò per il suo mantenimento; solo il 14,9% si espresse per l’abrogazione.

Nella prossima puntata, andremo ad affrontare gli anni 1977 e 1978, i Movimenti e la violenza delle piazze vista da vicino.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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