Storia

I GIORNI DELL’IRA. Gli Anni di Piombo

Perchè Pasolini venne assassinato?

Gli Anni di Piombo furono caratterizzati da una strategia stragista che all’opinione pubblica, appariva del tutto priva di senso. Mani ignote colpivano obiettivi che nulla avevano a che vedere con gli scontri politici di quei tempi. Oscuri i motivi, al pari degli esecutori e dei mandanti.

Nell’arco di tempo che va dal 1968 al 1974, furono compiuti ben 140 attentati. Tra questi, per ferocia e tributo di sangue innocente versato, si ricordano la strage della Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana, a Milano nel dicembre del 1969 e quella della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Nella prima, persero la vita 17 persone ed 88 furono quelle ferite; nella seconda, il bilancio fu molto più pesante: 85 morti ed oltre 200 feriti.

E’ giusto, tuttavia ricordare anche altri sanguinosi attentati. 22 luglio 1970: Strage di Gioia Tauro (sei vittime e sessantasei feriti); 31 maggio 1972: Strage di Peteano a Gorizia (tre vittime e due feriti); 17 maggio 1973: Strage della Questura di Milano (quattro vittime e una quarantina di feriti); 28 maggio 1974: Strage di Piazza della Loggia a Brescia (otto vittime e centodue feriti); 4 agosto 1974: Strage dell’Italicus (strage sull’espresso Roma-Brennero, dodici vittime e centocinque feriti). Numeri che fanno rabbrividire ancora oggi, a distanza di decenni.

In questo tragico momento della nostra democrazia, accade qualcosa che raramente viene ricordato ma che se possibile, getta ancora più ombre sulle vicende. Il noto scrittore e regista, Pier Paolo Pasolini rilasciò una dichiarazione scioccante: “Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974”. Pasolini sosteneva così di conoscere i mandanti delle stragi, ma a loro carico non esibì mai alcuna prova.

Come tutti sanno, Pasolini morì assassinato nella notte tra l’1 ed il 2 novembre 1975. L’assassino lo percosse selvaggiamente con un bastone per poi investirlo con l’auto dello scrittore. Il suo corpo quasi irriconoscibile, venne scoperto alle 6,30 del mattino da una donna, sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, in provincia di Roma. Le indagini sulla morte di Pasolini condussero ad un ‘ragazzo di vita’ all’epoca 17enne, Piero Pelosi che immediatamente si dichiarò colpevole ed unico responsabile dell’omicidio. L’impianto accusatorio, durante tutto il dibattimento mostrò falle e scricchiolii in più d’un’occasione. Tant’è che la Cassazione ritenne inverosimile che Pelosi potesse aver agito da solo. Chi stava coprendo? Perché attribuirsi la paternità esclusiva di un crimine così efferato? Il colpo di scena giudiziario avviene nel 2005, quando Pelosi, ritrattando la sua dichiarazione di colpevolezza, afferma di essere innocente. Nel 2009, viene pubblicato il libro ‘Profondo Nero’ che in qualche modo, nel 2009 sollecita la riapertura dell’inchiesta.

austerity

L’Italia, in quegli anni fu interessata da un avvenimento collaterale che certo, non contribuì a rasserenare il clima. Nell’autunno del 1973, l’Opec fece schizzare verso l’alto il prezzo del petrolio e questo generò una crisi energetica. Il Paese dovette quindi rivedere le proprie abitudini all’insegna del risparmio più radicale che passò alla storia col nome di ‘austerity’.

Mentre l’Italia faceva i conti con le logiche stragiste, si ebbe a fronteggiare un’altra emergenza: quella dell’aumento esponenziale dei sequestri di persona a scopo di estorsione. Questi reati erano generalmente prerogative della criminalità organizzata calabrese, la ‘Ndrangheta e dell’Anonima Sarda. Nel 1974 vennero portati a segno 40 rapimenti; nel 1975, a cadere nelle mani dei sequestratori furono 62 persone; nel 1976, altre 47. L’anno record fu il 1977, con 75 sequestri.

Nella prossima puntata analizzeremo la deriva dall’estremismo al terrorismo e la risposta dello Stato con l’adozione delle ‘Leggi Speciali’.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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