Affari legali

AFFARI LEGALI. Benedizione nelle scuole: è discriminatoria?

La chiarezza data da un orientamento giurisprudenziale consolidato

Qualche anno fa, in occasione del periodo pasquale, abbiamo già avuto modo di parlare della legittimità dell’esercizio di alcune pratiche legate al culto cattolico, quali le messe o le benedizioni, nell’ambito scolastico.
Si era anche fatto riferimento alla polemica che aveva riguardato l’affissione dei crocifissi all’interno delle aule di molti istituti italiani e alla discriminazione che, secondo alcuni, tale tradizione comporterebbe nei confronti degli alunni di religioni diverse da quella cattolica.

La prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia Romagna, chiamato a pronunciarsi sulla legittimità della delibera con cui il Consiglio di Istituto di una scuola bolognese aveva disposto – in occasione della Pasqua 2015 – la concessione di un locale scolastico ai sacerdoti di una parrocchia vicina perché vi effettuassero la benedizione, ha allora optato per l’annullamento dell’atto impugnato.

Il ricorso avverso la delibera incriminata era stato proposto da alcuni docenti del plesso scolastico interessato, da un gruppo di genitori e da un’associazione, cui verosimilmente facevano parte taluni genitori e alunni, avente quale finalità prevista nel proprio statuto, la tutela della laicità nella scuola pubblica.

L’organo giudicante si era espresso in favore dell’accoglimento delle domande avanzate dai ricorrenti rilevando come l’attività a suo tempo proposta non potesse essere annoverata tra quelle volte a realizzare la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile; esito opposto avrebbe avuto una controversia avente ad oggetto, ad esempio, la visita pastorale di un Ministro cattolico o di altro culto, che mirasse esclusivamente a fornire una testimonianza idonea a mettere in luce i contenuti di una religione nell’ottica della conoscenza e dell’apprendimento, senza che ciò comportasse l’avvicinamento a quel credo.

A nulla erano valse le eccezioni sollevate dalla controparte, in particolare quella riguardante il fatto che la delibera approvasse la benedizione a patto che avvenisse in orario extrascolastico, e che la partecipazione fosse quindi assolutamente facoltativa.

Ad oggi le cose sono un po’ cambiate e c’è decisamente più chiarezza grazie ad un orientamento giurisprudenziale consolidato.

Invero, per ciò che concerneva la vicenda partita da quella scuola di Bologna, il Consiglio di Stato, il quale inizialmente aveva già accolto almeno la richiesta di sospensiva della sentenza emessa dal TAR, ne ha poi di fatto ribaltato il senso, accogliendo il ricorso del ministero dell’Istruzione e dichiarando quindi legittime le benedizioni a scuola, se previste nel rispetto di alcuni, precisi criteri.

Tale pronuncia, chiara ed esauriente nel suo contenuto letterale, ha quindi (per ora) messo un punto alla questione, ed anche per questo Natale potranno aver luogo le benedizioni cattoliche delle classi, purché naturalmente non si sovrappongano all’orario delle lezioni e non sia obbligatoria o in qualche modo caldeggiata la presenza degli alunni.

Roberta Romeo

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