Champions League

Champions League: notte da incubi per Inter e Napoli, eliminate dalla differenza reti

Inter e Napoli inciampano nell’ultima partita del proprio girone, decisiva per l’ingresso agli ottavi di finale di Champions League, e vengono estromesse dalla competizione; i verdetti di San Siro (1-1 contro il PSV Eindhoven) ed Anfield Road (1-0 per il Liverpool) sono infatti implacabili, con le due squadre italiane che, entrambe seconde per punti conquistati, scivolano in terza posizione in ragione della differenza reti e dovranno trovare consolazione nell’Europa League.

Per sgombrare il campo da ogni rischio, all’Inter sarebbe stato sufficiente sconfiggere in casa il PSV Eindhoven, fanalino di coda del gruppo B e già fuori dai giochi; in caso di tre punti, infatti, per i nerazzurri sarebbe risultato irrilevante l’esito di Barcellona-Tottenham, che avrebbe potuto ancora decidere la qualificazione a favore degli Spurs. La serata nera dell’Inter, viceversa, prende forma già nel primo quarto d’ora. Al 7° minuto il colpo di testa di Perisic, superbamente servito da Icardi, si infrange sul palo, complice la deviazione determinante del portiere Zoet; al 13° arriva poi il patatrac difensivo di Asamoah, che viene depredato del pallone da Bergwijn, sul cui servizio Lozano realizza l’1-0. Per la sesta volta in altrettanti confronti di Champions League, l’Inter va sotto nel punteggio e l’orecchio si tende per forza di cose verso il Camp Nou, dove il Barcellona sta facendo il suo contro il Tottenham in virtù del vantaggio di Dembele. La squadra di Spalletti, tuttavia, precipita nel disordine anche a causa di un centrocampo striminzito, che non offre alternative dalla panchina. La ripresa però vede un’Inter più intraprendente, con Icardi e Politano fermati sul più bello dall’estremo difensore olandese. Al 73°, finalmente, San Siro può esplodere; l’ex attaccante del Sassuolo serve infatti il centravanti argentino, che di testa non fallisce l’1-1. La gioia della Milano nerazzurra ha però vita breve, perché da Barcellona giunge notizia del pareggio di Lucas Moura, che all’85° minuto spariglia nuovamente le carte nel girone a favore del Tottenham. L’assalto finale, tardivo e confusionario, non produce il sospirato vantaggio dell’Inter che, pur a 8 punti come il Tottenham, deve abbandonare la massima competizione europea per via della differenza reti maturata negli scontri diretti con gli inglesi.

Non meno amara è l’uscita del Napoli che, sconfitto dal Liverpool, chiude a quota 9 punti, tanti quanti quelli ottenuti dai Reds, a conclusione del gruppo C, vinto dal Paris Saint Germain con 11. Il Napoli paga una differenza reti complessiva che privilegia gli inglesi; pur inseriti in un girone proibitivo, nel quale hanno in ogni caso dimostrato di poter stare al cospetto delle grandi d’Europa, i partenopei rimpiangono i due pareggi in trasferta di Belgrado e Parigi, il primo giunto contro una squadra di gran lunga inferiore, il secondo maturato in prossimità del triplice fischio per un’invenzione di Di Maria. A punire la squadra di Ancelotti è una rete del solito Salah, che premia gli inglesi al minuto 34; Callejon e soprattutto Milik, fermato nel recupero da un grande intervento di Alisson, non riescono a realizzare il gol che avrebbe garantito la qualificazione, mentre il Paris Saint Germain seppelliva a domicilio la Stella Rossa per 4-1, impedendo ulteriormente agli azzurri di passare il turno anche con una sconfitta.

Nel gruppo A passano poi Borussia Dortmund e Atletico Madrid, entrambe con 13 punti, ma con i tedeschi primi per differenza reti; il Bruges, terzo con 6, retrocede invece in Europa League. Nel gruppo D, infine, il primo posto è appannaggio del Porto con 16 punti, seguito dallo Schalke 04 con 11; resta in Europa anche il Galatasaray, che chiude terzo con 4 punti.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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