Champions League

Champions: Real fuori! Ajax, 4-1 al “Bernabeu”

Passa anche il Tottenham

Le prime due squadre qualificate ai quarti di finale di Champions League sono Tottenham e Ajax. Gli inglesi hanno ribadito la propria superiorità sul Borussia Dortmund andando a vincere per 1-0 in Westfalia dopo il netto successo per 3-0 del match di andata; dal “Santiago Bernabeu” arriva invece una grande sorpresa con l’Ajax che va a predicare calcio in casa del Real Madrid sotterrandolo per 4-1 e ribaltando l’1-2 subito nell’andata dell'”Amsterdam Arena”.

I vincitori delle ultime tre edizioni della Champions League escono malamente dalla competizione, chiudendo una settimana nera che li ha visti fallire uno dopo l’altro tutti gli obiettivi stagionali. I “blancos” vengono infatti annichiliti da un Ajax sfacciato in cui al talento dei ragazzi terribili di Ten Hag si somma la serata di grazia del trentenne Dusan Tadic. Eppure, è il Real Madrid a partire meglio, quando al 4° minuto, sul cross di Lucas Vazquez, Varane stampa sulla traversa un colpo di testa. Tre minuti dopo però un contropiede dei lancieri viene gestito magistralmente da Tadic, che propone un servizio arretrato per l’accorrente Ziyech; 1-0. Al 18° minuto ancora Tadic illumina il “Bernabeu” con una progressione irresistibile da centrocampo, culminata con il filtrante per Neres che scavalca finemente Courtois e sigla il raddoppio. Il Real Madrid è in ginocchio e rischia di capitolare per la terza volta, mentre Santiago Solari nel giro di sei minuti deve fare i conti con le defezioni per infortunio di Lucas Vazquez e di Vinicius Junior, rimpiazzati da Bale e Asensio.

La furia olandese trova nuovo sfogo al minuto 62 quando Tadic con un sinistro dal limite appende all’incrocio il 3-0; l’arbitro Brych, tuttavia, convalida il gol solo dopo lunghi minuti di consultazione con i responsabili della VAR, che valutano da ogni angolazione un pallone sospettato di aver varcato la linea laterale sull’avvio dell’azione dell’Ajax. L’orgoglio madrileno è ferito come mai prima e Asensio al 70° prova a risvegliare il “Bernabeu” accorciando le distanze con un sinistro chirurgico su assist del giovane Reguilon; è però un fuoco di paglia perché Schoene due minuti dopo inventa una punizione imprendibile da posizione defilata. È il 4-1 definitivo che suggella la meravigliosa serata dell’Ajax e che probabilmente pone fine ad un’epoca gloriosa del Real Madrid.

Quella cui era chiamato il Borussia Dortmund contro il Tottenham appariva un’impresa ai limiti dell’impossibile; troppo pesante infatti il 3-0 dell’andata a favore degli inglesi per non risultare in ultimo definitivo. Nonostante ciò, gli uomini di Favre hanno venduto cara la pelle sottoponendo gli “spurs” ad un dominio costante che soprattutto nel primo tempo ha prodotto numerose occasioni per i gialloneri; dopo un tentativo sopra la traversa di Alcacer, Reus viene fermato da Lloris, che poi è miracoloso due volte su Weigl. Successivamente, Goetze saggia ancora il portiere transalpino, che risponde presente con uno splendido volo all’incrocio. Gli sforzi dei tedeschi, già improduttivi nei primi quarantacinque minuti, vengono ulteriormente frustrati ad inizio ripresa, quando Kane, sul primo pallone giocabile, trafigge implacabilmente Buerki sull’imbeccata di Sissoko. Il discorso qualificazione si chiude qui; Alcacer cerca perlomeno la vana gloria del pareggio, che gli viene però negata dall’ennesimo salvataggio di Lloris. Dall’altra parte, ormai con i quarti di finale in tasca, gli uomini di Pochettino sprecano il raddoppio con Lamela.

Questa sera sono in programma altri due incontri validi per il ritorno degli ottavi di finale. La Roma ad Oporto deve difendere il successo dell'”Olimpico”, ma il 2-1 dell’andata è troppo sparuto per assicurare ai giallorossi una serata di tranquillità nell’inferno del “Dragao”. Ben diversa è invece la situazione del Paris Saint Germain, che, forte del 2-0 ottenuto all'”Old Trafford”, sfida tra le mura amiche il Manchester United.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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