La terapia con cellule Car-T è un nuovo e rivoluzionario approccio terapeutico nella lotta ai tumori. Il Policlinico Sant’Orsola di Bologna la sta sperimentando per la prima volta
Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce le plasmacellule, un sottotipo di globuli bianchi che hanno la funzione di formare gli anticorpi fondamentali per proteggere l’organismo dalle infezioni. Ma se la loro crescita diventa incontrollata possono dare origine al tumore.
Il mieloma è un tumore tipico dell’età avanzata (oltre due terzi delle diagnosi riguardano persone di età superiore ai 65 anni e solo l’1% delle persone al di sotto dei quarant’anni) ed è più diffuso negli uomini che nelle donne. In Italia le stime relative al 2017 parlano di poco più di 2.700 nuovi casi di mieloma ogni anno tra le donne e circa 3.100 tra gli uomini.
Le cause di questo tumore non sono ancora del tutto note anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni geni specifici nei pazienti affetti dalla patologia.
La scelta della terapia dipende da dove il tumore è ubicato e dal suo stato di sviluppo, ma anche dall’età e dalle condizioni generali del paziente; la terapia è comunque il risultato di una valutazione multidisciplinare. C’è però una novità. La terapia con cellule Car-T (acronimo di “Chimeric antigen receptor T-cell), un nuovo approccio terapeutico nella lotta ai tumori, è stata utilizzata dall’equipe di Ematologia del professore Michele Cavo del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, proprio contro il mieloma multiplo.
Il Sant’Orsola è stato uno dei due centri italiani selezionati per condurre il primo studio clinico sperimentale con cellule Car-T in questo tipo di tumore. Gli studi condotti per un particolare tipo di leucemia acuta e di linfoma hanno dimostrato un’eccezionale efficacia del trattamento, che è stato recentemente approvato da Fda e Ema, le Agenzie regolatorie preposte alla commercializzazione dei farmaci negli Stati Uniti e in Europa. Questa sofisticata procedura di immunoterapia cellulare adottiva ha previsto il confronto tra un paziente dimesso e uno ricoverato e sottoposto al trattamento. I linfociti T sono stati modificati per riconoscere le cellule “cattive” e poi infusi nuovamente per colpire il tumore.
I reparti di Ematologia, Medicina trasfusionale, Terapia intensiva e Neurologia si sono resi disponibili per la possibile gestione di complicanze molto severe, che però nel primo paziente trattato a Bologna, non si sono verificate. La sperimentazione sta procedendo bene e non resta che attendere i primi risultati e studi più approfonditi per accertare la La terapia con cellule Car-T come vincente contro il mieloma multiplo.
Beatrice Spreafico