Amore

Delusione d’amore: fondamentale assumersi le proprie responsabilità

Il vittimismo priva del potere personale

Carissimi Amici, carissime Amiche, molto spesso – quasi sempre – tendiamo a proiettare sul partner la realizzazione dei nostri desideri. Proiezioni delle quali non ci rendiamo conto e che, quando – inevitabilmente – vengono disattese – dal partner o presunto tale –  cadiamo nello sconforto, assumendo il ruolo di vittime. Il ruolo della vittima, talvolta, induce ad una sorta di comportamento esibizionista, sintetizzabile nelle classiche espressioni divulgate agli amici e parenti tutti: “con tutto quello che ho fatto per lui/lei”, “con tutto l’amore che gli/le ho dato, guarda come mi ha trattata/o”, “sono proprio sfortunata/o”. Frasi pronunciate nell’intento di riscontrare l’altrui meravigliato compiangimento e soprattutto ottenere ragione.  Se poi l’amica/o del cuore incalza con “lo dicevo io che quello/a non era alla tua altezza, ma tu l’amavi e gli/le hai dato tutta/o te stessa/o e adesso… guarda che brutta persona si è rivelata”… evviva!! Un inciso: forse si trattava d’invaghimento…l’amore non recrimina!

In realtà, se solo fossimo consapevoli che tutto quanto avviene nella nostra vita lo creiamo noi stessi e considerassimo che assumercene la piena responsabilità significa detenere la più elevata forma di poteresul controllo degli eventi, forse sostituiremmo il compiangercied il denigrare – oltre ad attribuirgli la responsabilità –  chi riteniamo la causa del nostro fallimento, con un’analisi oggettivadella causa induttiva di sofferenza.

Innanzitutto – e qui mi rivolgo soprattutto a voi, Amiche mie carissimequando iniziamo una relazione, cerchiamo almeno di essere certi che tale sia… ovvero che esistacomunione d’intenti. Non sto scherzando, non di rado ricevo mail nelle quali è evidente che alcune Donnescambiano una piacevole notte di sesso con il fidanzamento…Che sia la proiezione di un loro desiderio?!

“Gli ho dato tutta me stessa”.Che si tratti di un’avventura o di una storia… ecco… qui, a costo di crearmi inimicizie, non posso esimermi dal riferire alcune  mie – personali ed opinabilissime – considerazioni: la prima è “chi te l’ha chiesto?”L’amore è un sentimento, è istinto ed ognuno offre quello che ha per come lo sa dare. Partendo da questa riflessione, non possiamo non riconoscere che noi non avremmo saputo rapportarci in maniera più “ridotta” e all’altro il diritto di non corrispondere tale intensità o di rifiutare una relazione perché privilegia la sua libertà o altro.Inoltre quel “tutta me stessa”che per colei che dona è davvero il massimo… per l’altro può essere “insignificante”.E se fossimo noi al posto suo?Ognuno ha le proprie esigenze e se queste non collimano, non è colpa di nessuno. Nessuno è indegno d’amore, semplicemente non può offrirlo né  ottenerlo  da “quella” persona. Il rispetto consiste anche nell’accettaree non recriminaresu ciò che abbiamo scelto di donare. Ammettiamolo: in quel momento ci sarebbe costato di più non donare!!

E’ innegabile la sofferenza procurata dalla delusione, ma soffermandoci sulla dovuta e profonda riflessione, non possiamo che convenire sul fatto che siamo state noi le protagoniste della nostra scelta di “offrirci”. Non per questo meritiamo gratitudine e non per questo siamo vittime della sfortunata esistenza che ci è stata riservata.Vittime solo della nostra scelta dovuta a nostri errori di valutazione, magari generati da uno stato di bisogno d’amore, induttivo di proiezioni.  Inutile e meschino è il divulgare quanto bella persona sei tu e quanto filibustiere è lui… “Lui” è frutto del tuo errore di valutazione.

Assumendoci la responsabilità che comporta ogni scelta – non solo sentimentale – abbiamo il potere di controllare gli eventi– tranne quelli tragici – che accogliamo nella nostra vita e di arginarne così la sofferenza.  Acquisendo questo stile di pensiero, saremo più oggettivi e comprensivi. Ed infine, nel salutarvi, vi ricordo che – casi limite esclusi –  esiste “il boia” perché qualcuno accetta il ruolo di “vittima”.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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