Europa League

Europa League: riscatto inglese. L’Arsenal piega il Valencia 3-1

Pari 1-1 del Chelsea a Francoforte

Dopo le sconfitte patite da Tottenham e Liverpool in Champions League, le squadre inglesi ottengono un parziale riscatto in Europa League nelle semifinali di andata; si profila infatti una finale tutta londinese in virtù del successo dell’Arsenal, che ha sconfitto il Valencia in rimonta per 3-1, e dell’ottimo pareggio per 1-1 conquistato dal Chelsea di Maurizio Sarri sul campo dell’Eintracht Francoforte.

All'”Emirates Stadium” l’Arsenal ribalta l’iniziale vantaggio del Valencia per poi imporsi con il risultato di 3-1, mettendo così un piede nella finale di Baku in programma il prossimo 29 maggio. Dopo una prima occasione costruita con Garay, che da pochi passi alza sopra la traversa sul suggerimento di Rodrigo, gli spagnoli trovano il vantaggio all’11° minuto, quando Diakhaby approfitta della sponda (ancora di Rodrigo) sugli sviluppi di un corner per infilare Cech. Il portiere ceco è brillante poco dopo sulla staffilata di Parejo, evitando così guai peggiori ai “Gunners”. La squadra di Emery si risveglia al minuto 18 con Lacazette che avvia una ripartenza degli inglesi lanciando in profondità Aubameyang, abilissimo poi ad attendere l’arrivo in corsa del francese per servirgli il pallone dell’1-1 a porta vuota. Il numero nove degli inglesi si ripete poi al 26°; sul cross dalla trequarti di Xhaka, Lacazette infatti incorna in maniera apparentemente non irresistibile, ma la respinta di Neto arriva quando la sfera ha già varcato la linea di porta.

Nel cuore della ripresa il francese beneficia dell’occasione per triplicare il proprio bottino e quello dell’Arsenal, ma per due volte si scontra con l’opposizione dell’ex portiere di Fiorentina e Juventus; sull’altro lato del campo, invece, Gameiro è fermato sul più bello dall’uscita coraggiosa di Cech. Dopo un ultimo duello tra Neto e Lacazette, sulla respinta del portiere del Valencia il pallone finisce sul sinistro di Kolasinac, il cui cross sul secondo palo viene tramutato in rete al volo da Aubameyang con il 90° minuto ormai imminente, modificando in modo consistente le prospettive legate al match del “Mestalla” della prossima settimana.

Non vince ma indubbiamente convince il Chelsea di Sarri, che a Francoforte soffre per i primi venti minuti contro l’Eintracht prima di crescere e chiudere sull’1-1, punteggio che forse va stretto ai “Blues”, ma che costituisce in ogni caso una buona premessa in vista della partita di ritorno. I tedeschi sono brillantissimi in avvio, guidati dal trio offensivo di matrice serba composto da Kostic, Gacinovic e Jovic; e infatti al minuto 23 sul cross di Gacinovic, Jovic gira abilmente in rete di testa facendo esplodere la “Commerzbank Arena”. I padroni di casa però nella seconda metà della frazione si sgonfiano, mentre gli inglesi prendono coraggio; Pedro e Loftus-Cheek vanno entrambi ad un palmo dal palo dai venti metri, ma sul finire del tempo Pedro aggiusta la mira sugli sviluppi di un corner angolando alla perfezione da poco oltre il dischetto del rigore per il meritato 1-1.

Nel secondo tempo la prevalenza del Chelsea conosce ulteriore conferma; Loftus-Cheek alza di poco alto da buona posizione, mentre successivamente la velenosa punizione di David Luiz si stampa contro la traversa, complice la determinante deviazione in volo di Trapp. Il portiere tedesco poi si oppone nuovamente alla violenta botta di Loftus-Cheek, con Hazard che è impreciso sulla ribattuta. Nel finale i tedeschi vivono un paio di sussulti; sull’insidioso traversone di Da Costa, Paciencia arriva con un istante di ritardo, mentre su un azione d’angolo, Abraham colpisce di testa alzando troppo sopra la traversa. L’1-1 non cambia più e, pur favorendo il Chelsea, lascia ancora aperto qualche spiraglio di qualificazione alla finale anche per l’Eintracht Francoforte.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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