Le donne sono vento

LE DONNE SONO VENTO. Claudia Meli

Reinventarsi guardando al mondo

Dice di essere stupita che io voglia parlare di lei perché si considera una persona normale, dovesse definirsi si direbbe una mamma, di quattro figli.

Come racconta ha voluto “ostinatamente” studiare lingue, attratta sin da piccola dai nomi dei Paesi lontani, per concludere il percorso di studi con una laurea alla Scuola per Interpreti e Traduttori di Milano. Sognava di trasferirsi e vivere all’estero ma ha riconsiderato i suoi obiettivi quando in giovane età ha conosciuto il marito. Con quattro figli, oggi dai 17 ai 5 anni, voluti come scelta di avere una grande famiglia, la vita va rivista, bisogna adattarsi al percorso diverso, un lavoro a tempo pieno non è un’opzione valida. Si licenzia da un lavoro sicuro e appagante e si reinventa utilizzando il frutto dei suoi studi sull’onda della sua passione proponendosi alle scuole della zona di Novara come docente di lingua inglese e lingua tedesca. Da oltre 11 anni collabora sia con alcune scuole insegnando a un target adulto sia con le aziende per i dipendenti per migliorare il livello di conoscenza dell’inglese.

“Questa attività mi ha permesso di giocare molto sulla flessibilità, che è stato il fattore che ha consentito alla mia famiglia di scorrere su binari tranquilli. Adesso che i ragazzi sono più indipendenti è ritornata la voglia di mettermi in gioco con cose nuove, sono sempre stata considerata un vulcano di idee, ho bisogno di progetti nuovi da realizzare con entusiasmo. E tra le tante cose il mio pensiero principale era trasmettere ai miei figli quella che era stata la mia personale passione: conoscere le lingue, capire che il nostro modo di vedere la realtà non è l’unico possibile. E quindi nel momento in cui ci sono state le condizioni giuste, una casa nuova con tanto spazio, ho proposto di ospitare un ragazzo straniero. Da questo evento è nata la mia collaborazione con Mondo Insieme, un’organizzazione di scambi culturali con sede a Bologna che accompagna in un percorso completo le vacanze studio o i soggiorni linguistici. Sono persone come me, che hanno vissuto in prima persona le esperienze all’estero e dalla loro passione è nata questa organizzazione. Il loro sito è semplice e completo e consente a chi si approccia, anche per curiosità, di scegliere la propria esperienza fra 40 Paesi nel mondo”.

“Ospitare è una bella opportunità, che avevo già sperimentato quando ero ragazza e volevo iniziare a creare i presupposti affinché i miei figli iniziassero ad apprezzare quello che il mondo offre. Mi sono interessata delle varie associazioni e i programmi proposti, fino a quando sono entrata in contatto con Mondo Insieme. È stato un contatto del tutto casuale e ho scelto di affidarmi a loro per diventare una host family, una famiglia ospitante, perché c’è stata subito sintonia, mi sono sentita incoraggiata nella decisione che stavo prendendo”.

“La prima è stata Sara, una dolcissima ragazzina americana che è stata con noi per 6 mesi. Durante la sua permanenza in Italia raccontavo con entusiasmo quello che consideravo una cosa importante per la mia famiglia, e sempre più persone si sono mostrate interessate, coinvolte in ciò che illustravo, volevano saperne di più, volevano capire se potevano essere candidati adatti a fare questo tipo di esperienza”.

“A quel punto involontariamente mi sono ritrovata ad essere Responsabile dell’area della mia zona di Mondo Insieme. Non erano ancora presenti a Novara, sebbene abbiano rappresentanti nelle principali città italiane, e tre anni fa mi hanno chiesto se volevo provare a sviluppare e proporre i loro programmi sul mio territorio. Da allora collaboro con loro e questo mi ha aperto un’altra dimensione. A parte il fatto che è un’attività, quindi una fonte di reddito, non faccio altro che trasmettere la mia passione alle famiglie che potrebbero accogliere ragazzi con questo tipo di programma, invio un messaggio positivo che loro recepiscono, sto parlando di una cosa in cui credo, sanno che possono contare sul mio supporto e la mia esperienza. Io li seguo dalle prime fasi, dal momento del colloquio sul programma fino alle fasi successive, proporre i dossier dei ragazzi, la scelta dello studente da ospitare, l’arrivo, i mesi di programma. Riguarda esseri umani di differente cultura che si mettono in gioco, a volte con alcune difficoltà spesso con grandi gratificazioni”.

“Amo soprattutto il contatto con i ragazzi, arrivano da Paesi diversi con aspettative a volte non adeguate, si rendono conto che il programma richiede impegno, non è una vacanza turistica. Il mio ruolo è proprio quello di stare con loro e aiutarli, è un po’ come fossero tutti miei figli, perché con ognuno instauro un rapporto diverso, bisogna adattarsi a quelle che sono le loro caratteristiche, i loro tratti di personalità, incoraggiarli, a volte hanno bisogno semplicemente di un abbraccio perché sentono tanto la nostalgia di casa, fanno fatica ad abituarsi al nuovo Paese, alla nuova cultura, alle nuove abitudini familiari”.

“È un’esperienza che consiglio vivamente. Ci si accorge che tante cose che fanno parte della routine familiare possono essere modificate e migliorate. La presenza di una persona che non è propriamente della famiglia è quasi terapeutica, capisci che le cose che fanno i tuoi figli sono le stesse cose che fanno i ragazzi dall’altra parte del mondo, capisci che non stai sbagliando. E lo consiglio a tutti i ragazzi, italiani e stranieri, per uscire dalla propria zona di confort e mettesi in gioco in culture diverse che arricchiscono la comprensione anche della propria realtà”.

Patrizia Massi

Foto: Claudia Meli con Shanti dal Messico e Marta dalla Svezia

Mostra Altro

Patrizia Massi

Il più grande destino è quello di imparare molte cose
Pulsante per tornare all'inizio