Le donne sono vento

LE DONNE SONO VENTO. Cristina Ferina

Professione Bodyteller

Abita in una casa di campagna, la casa storica di famiglia che ha 250 anni, a Castellamonte in provincia di Torino, dove ha reimparato a legarsi alla terra, abbandonata quando 20 anni fa si era trasferita in città per questioni di lavoro e di studio. Naturopata, operatrice di Biodinamica Craniosacrale, e docente di queste discipline, lavora a Castallamonte, a Torino e presso la scuola Enso di Pocapaglia, in provincia di Cuneo.

Vice Presidente dell’Associazione Craniosacrale Italiana, laureata in Filosofia, con un master di taglio filosofico-antropologico e un altro con orientamento più pedagogico, Cristina Ferina ha ideato il Bodytelling, così chiamato dall’unione delle parole Bodywork, lavoro corporeo, e Storytelling, narrazione. Il corpo parla con sensazioni, quelle definite felt sense (sensazione sentita) riportato alla luce da uno psicologo alla fine degli anni 60, Gene Gendlin, e si colloca come dimensione tra il conscio e l’inconscio ed è sempre popolato da simboli. Perché il Bodytelling si avvale di simboli e archetipi, ascolto e narrazione. A lei che ama definirsi una tessitrice di storie, perché pensa al corpo come a un tessuto che porta a elaborare la propria storia personale, ho chiesto di spiegarmi come ha concepito il Bodytelling e in cosa consiste.

“Mi sono resa conto che il mio lavoro è soprattutto di tipo pedagogico, cioè educativo, perché permette alla persona di comprendere cosa succede nel suo corpo, educandola ad ascoltarlo nelle sensazioni somatiche. Tuttavia mi piace anche la visione più ampia del lavoro, quella che definisco ecologica, perché quando si migliora individualmente, attraverso un processo personale, stiamo facendo la nostra piccola parte per migliorare tutta la collettività. Comprendere le dinamiche della nostra vita, frutto di molti condizionamenti, significa trasformarle in chiarezza e consapevolezza di sé e questo ci permette di evolvere in funzione del nostro percorso, quindi avere una vita più soddisfacente e sentirsi al proprio posto”.

“Nel termine Bodywork si intendono tutte le tecniche che hanno un’azione sul corpo tipo l’Osteopatia o la Biodinamica Craniosacrale, che è la radice della mia formazione; con Storytelling ci si riferisce all’abilità di narrare trasmettendo principi simbolici, filosofici e soprattutto pedagogici che sono finalizzati a una comprensione di sé e alla consapevolezza delle dinamiche personali, che devono essere elaborate per poterle rilasciare. Dopo 13 anni di lavoro, mi è stato chiaro che il corpo si esprime attraverso un linguaggio simbolico diventando un vero e proprio cantastorie. Da questa mia intuizione unita alla mia tipica curiosità di esplorare, ho eleaborato questa metodologia, che ho chiamato Bodytelling”.

“Il Bodytelling è una proposta che faccio sotto forma di percorsi individuali. Io e il cliente siamo seduti uno di fronte all’altro e attivo il felt sense, ossia quelle sensazioni specifiche che sono significative per la persona e la conduco nell’esplorazione di queste sensazioni, in relazione ai suoi vissuti, che si collocano tra il conscio e l’incoscio; non mi sono inventata nulla, questo fatto è riconosciuto dalle neuroscienze e dagli studi che sono stati fatti al riguardo. Questa è la dimensione popolata da simboli, che non vengono interpretati, ma diventano i contenuti della narrazione che il cliente farà successivamente alla seduta. La narrazione può essere tradizionale, cioè la persona scrive una fiaba, una poesia, o giunge come un flusso di coscienza, non ci sono regole fisse, purché contenga gli elementi del felt sense usciti dal corpo. Il felt sense è un po’ uno scrigno che contiene delle informazioni importantissime e messaggi di tipo simbolico interpretati dal subconscio, che parla per simboli e non esplicitamente. Il metodo che applico è un approccio dolce, non c’è nulla di traumatico. Quello che viene letto dalla persona, sul quale io lavoro, ha un effetto omeopatico, diciamo così, perché serve a recuperare quelle parti di sé che sono state allontanate dalla consapevolezza a causa del rifiuto del proprio vissuto, rifiuto che causa malessere nel vivere. La potenza della narrazione del sé è questa: attraverso un mediatore potentissimo che è il corpo recuperare l’autentica identità che era stata persa”.

“Al momento propongo ‘Il Cammino dell’Eroe’, 12 tappe per ritrovare la propria autenticità e liberarsi dal passato limitante; oppure il percorso ‘Road Map’ che lavora su tre aspetti più specifici della propria vita, relazioni, lavoro, creatività e serve per portare chiarezza e per ritrovare la propria dimensione”.

“E poi un percorso di 160 ore totali per diventare Bodyteller dove insegno questo percorso innovativo. La formazione può essere integrata alla propria professione o per creare una nuova professione e comunque di per sé è già uno strumento di forte trasformazione personale. Tutte le informazioni sono consultabili sul mio sito, www.cristinaferina.com“.

“È qualche anno che utilizzo il Bodytelling e ho verificato che il mio motto ‘dal corpo alla narrazione attraverso il simbolo’ ha un effetto potente nello sciogliere tutti i condizionamenti che ci imbrigliano. Mi dona grande soddisfazione poter aiutare gli altri in questo”.

Patrizia Massi

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Patrizia Massi

Il più grande destino è quello di imparare molte cose
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