Amore

Natale non ha l’alzheimer!

“A Natale siamo tutti più buoni” è un passepartout abusato

Amiche ed Amici carissimi, siamo giunti nuovamente a Natale. Stiamo per ripercorrere lo scorso, identico, cammino degli anni passati – votati, pur subenti,  alla consuetudine –  o pensiamo di invertire la rotta, manifestando  il nostro reale atteggiamento – d’amore o di distacco che sia – verso  questa ricorrenza?

Tra un susseguirsi di stucchevoli espressioni inneggianti la bontà e la tolleranza, scritte e pronunciate  in onore della vetustà della tradizione, ma troppo spesso contrapposte dall’altrettanto monotona e scontata gergale frase “oh, quanto vorrei che fosse già il 7 gennaio!”, ricordiamoci che deteniamo il potere di scegliere come affrontare il prossimo Natale.

Possiamo scegliere se limitare la lista dei regali esclusivamente alle persone che ci sono davvero care, proiettando con amorevolezza la scelta di ogni dono verso la gioia di chi lo riceverà oppure adattarci al classico tour de force,  focalizzati sul “fare bella figura” anche con gli altri, quelli di cui non ce ne importa nulla, ma che per mera convenzione  ci riteniamo in dovere di omaggiare pur in un’ottica asettica ed annoiata.

E che dire dell’opportunismo insito nello sfruttamento dell’antico adagio “a Natale siamo tutti più buoni”, per offrire o ricevere  un dono che anziché profumare d’affetto, puzza di sotterfugio?Quante volte, dietro ad un regalo, si cela l’escamotage di dirimere una situazione incresciosa– quando non anche disgustosa – nell’intento di evitare il dovuto chiarimento oltre alle sentite scuse?Se chi adotta il puerile mezzuccio è tacciabile di ipocrisia, non lo è da meno chi, consapevole, accetta la messinscena, per debolezza, convenienza o per convenzione che sia, dato che ci hanno insegnato che “a Natale siamo tutti più buoni”. No, Natale non converte le cattiverie in gentilezze e non dimentica i torti inferti o subiti… Natale non ha l’alzheimer!

Se in alcuni può prevalere in tutta sincerità l’aulico sentimento di bontà, esaltato dalla religiosa festività, mai sia accettabile l’eventualità dell’intrinseca manipolazione.

Un  abbraccio

Daniela Cavallini

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