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Perché abbiamo degli occhi?

L'uomo alla frontiera tra il visibile e l'invisibile. (Seconda parte)

Tra tutti gli organi che abbiamo, l’occhio è sicuramente il più misterioso e il più affascinante. Ma lo conosciamo?

Vedere è un’esperienza incredibile che perlopiù rimane incosciente. Apriamo gli occhi e vediamo! Com’è possibile?

Essere nello stupore rispetto al funzionamento del corpo è un segno di buona salute interiore.

Conosciamo poco sugli occhi ed essi stessi non sono un banale strumento. Come per ogni altro organo del nostro corpo, gli occhi sono la manifestazione di un’intelligenza e della vita.

Abbiamo il giorno e abbiamo la notte. Apriamo gli occhi e li chiudiamo; una respirazione di luce! Si gestiscono da soli! L’alternanza ombra e luce.

Ma possiamo imparare da loro? Si, come da tutto! Possiamo apprendere tanti insegnamenti dagli occhi e soprattutto quando poniamo attenzione alla loro esistenza in sé.

L’uomo, come abbiamo visto nell’articolo precedente (vedi “L’uomo tra il visibile e l’invisibile”), è doppio. Abbiamo degli occhi davanti con i quali vediamo ma con una percezione limitata a 180 gradi. Perché non siamo stati creati con degli occhi dietro, che potrebbero in realtà esserci utili per completare il nostro campo visivo?

L’uomo deve andare avanti e non ha scelta. L’uomo deve aprire il futuro e nutrirlo a partire dal presente e non deve rivolgersi verso il passato. Il presente degli occhi è come un trasformatore che gestisce il passato in funzione al futuro che proiettiamo e che vogliamo. Di conseguenza, è di fondamentale importanza essere sempre vigile ed avere grande discernimento.

Quando chiudiamo gli occhi, tutto svanisce e si dissolve. Siamo anche invisibili a noi stessi e siamo nel buio. C’è la conoscenza esteriore e quella interiore e la vita trova il suo senso unendo le due facce in un’unica realtà. I movimenti degli occhi, ci dimostrano che l’arte di equilibrare la propria vita è di vivere nei due mondi; quello visibile e quello invisibile che costituisce la parte più grande di noi. L’occhio ci invita regolarmente a regalarci dei momenti preziosi d’introspezione in modo da nutrire anche la vita interiore ovvero la vita dell’anima.

Il detto dice: “gli occhi sono lo specchio dell’anima”…..

Una conferma da un’antica saggezza che ci invita a prenderci cura di loro, evitando che il brutto possa penetrare nella nostra intimità. Sì, perché se vediamo attraverso di loro, ci nutriamo anche di tante influenze che ci vogliono fecondare tramite tutto ciò sul quale i nostri beneamati amici si poggiano. Essi vorrebbero vedere soltanto delle cose belle, armoniose e ispiratrici ma noi li forziamo a posarsi su ciò che alla fine li rende malati, invece che saggi e chiari. Il nutrimento degli occhi è la luce; ma c’è luce e luce. Una fiamma farà sempre bene ai nostri occhi come la luce del giorno ma non di certo la luce artificiale!

Salendo a un livello superiore, potremmo parlare degli occhi della coscienza, portatori di discernimento e di verità. Potremmo definirli degli occhi invisibili, l’occhio di Dio all’interno di noi. Una buona educazione sarebbe vedere la vita tramite gli occhi della coscienza, ma ciò spetta solo a noi.
E’ nostra diretta responsabilità discernere su cosa dobbiamo poggiare il nostro sguardo o meno.

Alain Contaret

Rappresentante della Tradizione e Religione essena in Italia

Sacerdote esseno, ierogrammata (scriba esseno) ed insegnante esseno

Esperto Arte del movimento meditativo esseno (Qi Gong e Yoga esseno)

Discepolo del Maestro Olivier Manitara, rappresentante mondiale della Tradizione e Religione essena

 

Correzione testo:

Barbara Frattini

Sacerdotessa essena ed Ierogrammata (scriba essena)

Discepola del Maestro esseno Olivier Manitara

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Redazione La Voce

Quotidiano d'informazione e cultura nazionale ed internazionale, fondato nel 2014

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